Matteo è un ragazzone alto e slanciato, con un largo sorriso accattivante, dei modi semplici, affabili e gentili. Appena apre bocca e si muove con disinvoltura al pc con schermi, cavi e cavetti, già si capisce che è dotato di un “cervellone” non comune: laureato in ingegneria meccatronica, si è dedicato ad applicazioni nell’ambito della robotica e dell’ automazione, con la passione della stampa 3D. Ha un curriculum vitae lungo e importante, un lavoro che lo assorbe completamente, ma ha accettato di buon grado di venire a dialogare con noi su un tema molto dibattuto in questi giorni a Trento, città che ha ospitato venerdì 15 marzo i rappresentanti del G7 per discutere di Intelligenza Artificiale.
Artificial intelligence: “Non è un argomento facile” sono le sue prime parole, accompagnate da un’espressione del viso improvvisamente seria e preoccupata che esprime tutta la difficoltà a spiegare in modo semplice ed elementare cose difficili, a un gruppetto eterogeneo di profani. Incede con un’informazione rassicurante. La UE è il primo governo comunitario, a livello mondiale, che affronta questa rivoluzione in modo serio cercando di darsi delle regole, in quanto lo sviluppo e l’uso dei sistemi di AI non può prescindere da considerazioni etiche e dal rispetto dei valori democratici del G7, dalla protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Insomma, si lavora per trovare delle regole condivise per l’utilizzo fruttuoso ed esente da rischi dell’AI.
Il problema, ci spiega, è che l’AI è come un gigantesco scatolone che comprende un’infinità di cose differenti che servono a risolvere vari problemi. Già ora nelle nostre auto funzionano computer che segnalano molti dati tecnici del motore e le condizioni della strada, nel campo della finanza ci sono programmi che permettono di prevedere un andamento in borsa, nel campo pubblicitario classificano i bisogni o le preferenze degli utenti, che memorizzano e offrono in vetrine virtuali. Facebook e Google non svolgono gratis questo lavoro: per ogni clic ci guadagnano.
Già oggi possiamo attivare sintesi vocali, trasformando un testo scritto in audio che può aiutare gli studenti affetti da DSA ( disturbi specifici di apprendimento, come la dislessia per esempio), ci sono programmi in grado di leggere e trascrivere varie scritture, c’è l’analisi facciale che permette di prevedere il grado di pericolosità di un individuo in base ai tratti del viso, perfezionando le teorie del padre della fisiognomica, Cesare Lombroso vissuto nella seconda metà del XIX secolo. A S. Francisco ci sono i taxi che girano a guida autonoma, ma in caso di incidente di chi è la responsabilità? In Romania, sebbene auto e camion non possano girare senza autista, il professore di Matteo ha viaggiato per chilometri in centro città senza toccare il volante.
Ci ha poi fatto esemplificazioni pratiche di come si usa la chat GPT: quando un utente inserisce un messaggio, questa chat elabora l’input e genera una risposta pertinente e coerente. Questo sistema dà eccellenti prestazioni, interagendo con gli utenti al fine di scrivere articoli, e-mail, poesie, creare post social, correggere errori matematici, gestisce domande comuni e dà risposte rapide ed accurate, così da migliorare l’esperienza del cliente e agevolarlo nel suo lavoro.
Matteo ci spiega che nel nostro cervello lavorano 100 miliardi di neuroni, e che la rete neurale artificiale imita il lavoro dei nostri neuroni, è fatta da modelli matematici che i computer utilizzano per imparare dai loro errori e migliorare continuamente. Matteo afferma che, nemmeno quanto avranno raggiunto una cifra pari ai nostri neuroni biologici, saranno intelligenti come noi. A tutt’oggi, però, l’AI ha un’intelligenza pari a quella di ragazzi delle scuole primarie e medie.
In campo medico l’AI sarà in grado di diagnosticare certe patologie (esempio tumore mammario) anni prima che la lesione si presenti nelle radiografie. L’aumentata capacità di calcolo permette di applicare nuovi modelli per la prognosi, la diagnosi e la predizione in tutti i campi della medicina.
Ma non è tutto oro quello che luccica, e Matteo ci parla di come l’AI possa, per esempio, creare false immagini di personaggi famosi che con la loro voce fanno discorsi che non hanno mai fatto,o parlano in lingue che non conoscono.
In sintesi abbiamo dedotto che i vantaggi di questo tipo di tecnologie sono superiori ai possibili rischi. Dobbiamo però essere consapevoli di questo e lavorare per una precisa regolamentazione.
Un grazie caloroso a Matteo per averci spiegato in parole povere questi difficili argomenti.
A cura di Francesca, Teresa e Renata
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