6 e 7 dicembre 2024: due giornate concitate per chi vuole salvare Trento dalla devastazione

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Assemblea No TAV e banchetto informativo con raccolta firme.

L’importante novità che è emersa nel corso dell’assemblea no tav di venerdì 6 dicembre alle 20.30 presso la sala di via Verruca è l’esposto che verrà  inviato alla Procura, a sostegno del  quale si possono ancora raccogliere le firme che vanno depositate entro martedì 10/12.

“Trento rischia un disastro ambientale” così titola l’esposto denuncia che gli avvocati Vanni Ceola e Marco Cianci hanno preparato e che verrà consegnato lunedì prossimo alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Trento. Otto pagine di documento all’interno del quale vengono chiaramente esposti i timori di chi, fin dalle prime discussioni su bypass, si è fortemente detto tutt’altro che convinto dai  procedimenti e dalle  tempistiche inerenti la grande opera. 

Nel corso della conferenza stampa precedente questa assemblea,  il professor Della Volpe esperto di fisica e chimica chiede di sapere i dati delle barriere idrauliche perché sono più di vent’anni che esiste questa barriera  idraulica per impedire che l’inquinamento si espanda verso lo scalo Filzi ma è stato assodato che questa struttura  non funziona.

Ciò che chiedono inascoltati i movimenti No Tav è la bonifica integrale dei terreni di Trento nord come è stato fatto a Fidenza con terreni inquinati in minor misura rispetto che  a Trento.

Nelle loro relazioni sia Roberto Chiomento che Elio Bonfanti commentano il terremoto giudiziario che si è scatenato a Riva e in Alto Adige: le grandi opere sono accompagnate da speculazioni di ogni genere e vengono progettate infrastrutture che non servono ai cittadini, servono solo a incassare profitti e tangenti. Infatti i fautori dell’opera non vogliono potenziare la ferrovia esistente, sottoutilizzata per il 30%, lo dicono con l’arroganza dei toni che contraddistingue gli uomini di potere; stessa arroganza con cui la Sloi ha potuto lavorare per cinquant’anni ed è stata pure finanziata dall’ente pubblico, stessa cosa di cui hanno beneficiato i proprietari di terreni inquinati che non hanno fatto nulla per bonificarli dimostrando una grande indifferenza per quanto riguarda la salute dei cittadini. 

I consiglieri comunali hanno risposto picche alla nostra richiesta di spiegazioni e il  sindaco dice che prima ci vuole la circonvallazione poi faranno la bonifica, invece la legge è chiara: sui terreni inquinati non si possono  costruire  opere. Chi comanda  non vuole saperne di  bonifica, vogliono iniziare a Mattarello a scavare, perché, fatto per  i tre quarti il percorso del tunnel,  in qualche modo pensano di uscire a Trento eludendo il problema degli inquinanti. A Trento Nord in 50 punti il terreno è inquinato e va asportato, non ci si può costruire sopra, deve essere considerato rifiuto inquinato ed essere messo in discarica. Sono i risultati dei pieziometri che lo dichiarano “rifiuto”.

Alla fine dell’assemblea si raccomanda ai presenti di partecipare numerosi agli incontri di coordinamento, che avranno luogo  l’ultimo venerdi del mese, presso il Condominio solidale  di via Giusti oppure al circolo “Reversi e policarpi” in via S. Martino.

Il giorno seguente, il 7 dicembre nella mattinata noi quattro attivisti del M5S organizziamo un flash mob in piazza General Cantore per informare la cittadinanza dei gravi pericoli che incombono nella zona di Cristo Re a causa dei terreni inquinati sui quali verrà scavato il tunnel del bypass.

Armati di cartelloni  con slogan colorati che ci trasformano in woman  e man sandwich intratteniamo i passanti spiegando loro lo scopo della manifestazione: non solo informare dei danni prodotti dalle sostanze fortemente inquinanti che si trovano nel sottosuolo e nelle falde acquifere, ma anche raccogliere firme per sostenere l’esposto in Procura e per la petizione che chiede di cambiare la denominazione della piazza in “Vittime della Sloi”. Si fermano molte persone incuriosite dalla protesta: una lucidissima signora di 95 anni accompagnata dalla badante, che afferma “Sono sempre andata a votare perché è un diritto che abbiamo acquisito con tante battaglie civili”, due turisti in visita alla città, che dichiarano di essere ambientalisti ed ecologisti convinti, mamme che firmano non togliendo gli occhi dal punto giochi dove stanno i loro bambini, consapevoli del fatto che i cortili dove loro  fanno la ricreazione sono pieni di veleni… Alla fine le firme raccolte sono veramente tante; indicano che le persone sono preoccupate perché consapevoli che l’amministrazione è interessata al business e non alla salute delle persone. Come conferma il terremoto giudiziario che si è scatenato in questi giorni nel nostro Trentino, la nostra terra è una farfalla “avvelenata” da inquinanti chimici, ma non solo, anche  dai loschi affari delle mafie.

A cura di Renata Righi, Francesca Osti, Teresa Belli, Angelo Rigotti

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