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Pubblichiamo con piacere la lettera che l’avvocato Marco Cianci, attivista dei no tav, ha scritto al quotidiano L’Adige in quanto riflette perfettamente le nostre idee circa la fallimentare grande opera del bypass ferroviario di Trento.

I corvi del bypass? Sono peggio gli struzzi

Un recente intervento di Pier Del Rì ha fatto sfoggio di una serie di nomignoli ornitologici (corvi, avvoltoi, rapaci e upupe) per screditare chi negli ultimi anni sta denunciando il pericolo del disastro ambientale della circonvallazione TAV di Trento.

In un rovesciamento retorico mirabile e diffamatorio l’autore accusa chi contesta l’opera di augurare alla città dissesti, veleni e morti. Il “distratto” Dal Rì non si è accorto che la parte di città che è contraria a quest’opera, non solo lo fa sulla base di argomentazioni e fatti documentati, ma si muove proprio per scongiurare che simili disastri avvengano.

Ci vuole una certa dose di “spensieratezza” per non essersi accorti del fatto che il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha denunciato il rischio che gli scavi nella Marzola interferiscano con la paleofrana. O che ci si è imbattuti in residui bellici durante i lavori della Parte A del progetto circa un anno dopo che la bonifica bellica era stata dichiarata completata per questi lavori.

Ma la distrazione più imperdonabile riguarda i veleni del SIN Sloi-Carbochimica. Lungi dall’augurarci un avvelenamento di massa, ne abbiamo denunciato il pericolo in lungo e in largo, portando la magistratura a interessarsene e a disporre il sequestro di una parte del cantiere della circonvallazione, indagandone il responsabile per disastro ambientale. Menagrami anche in Procura?

O forse c’è un altro tipo di uccello che Dal Rì si è dimenticato di nominare nel suo inconcludente intervento: gli struzzi, pazienti e serafici, di fronte al pericolo preferiscono non vedere e nascondere la testa sotto la sabbia.

Marco Cianci