Internet e connettività. Se ne parla molto e sul loro potenziamento ci sono richieste molto chiare e molto precise da parte delle categorie economiche e sociali, manifestatesi per l’ennesima volta nel corso delle audizioni che si sono svolte in Prima commissione sulla legge di stabilità. Anche per questo ho presentato un’interrogazione che intende far luce su cosa la maggioranza provinciale stia (o non stia…) facendo per rendere la banda larga ultra-veloce disponibile alle famiglie trentine, visto che per ora la sua diffusione risulta in larghissima parte deficitaria.
Forse non tutti sanno che nella classifica fra le Regioni e le Province italiane meglio servite dalla banda larga ultraveloce, il Trentino si colloca agli ultimi posti, con solo il 22,23% delle famiglie che sono raggiunte dalla banda larga ultra-veloce, a fronte di un dato nazionale medio del 36,8%. Si tratta di una situazione inaccettabile e che pertanto deve al più presto cambiare. La banda ultraveloce è ormai universalmente riconosciuta come uno strumento necessario per garantire la competitività dei territori, delle imprese e delle Istituzioni operanti al loro interno. Invece di competere il Trentino risulta essere al palo, o quasi. Bisogna insomma mettere mano alla diffusione della banda ultraveloce al più presto, ma non pare che la cosa interessi particolarmente alla maggioranza politica che governa il Trentino.
Nella mia interrogazione chiedo dunque in che modo si intenda procedere per offrire entro il 2021 collegamenti a banda larga veloce da almeno 30 Mbps in download e di 10 Mbps in upload su tutto il territorio provinciale. Per stare in linea con gli obiettivi nazionali ed europei, per il 2023 invece l’obiettivo dovrebbe essere di portare la banda larga ultra veloce a un minimo di 100 Mbps. Traguardi ambiziosi ma non irraggiungibili, a patto di mettersi in testa di prendere finalmente sul serio la questione.
Interrogazione a risposta scritta n. 1956
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