In questi giorni è arrivata una divertentissima risposta dell’assessore Bisesti ad una mia interrogazione sulla verifica che la Provincia avrebbe (o non avrebbe) effettuato rispetto ai titoli professionali di Vittorio Sgarbi prima che fosse scelto come presidente del Mart. Sentite un po’:
- Domanda: Chiedevo se la PAT conoscesse la tipologia contrattuale e gli incarichi di docenza affidati a Sgarbi dall’Università di Bologna e da quella di Udine negli anni ’70 e ’80 del ‘900.
Risposta di Bisesti: Dal Curriculum Vitae che Vittorio Sgarbi ha presentato alla Provincia risultano 2 docenze universitarie (Bologna 1974-1978 e Udine 1984-1988) “per cui per un lasso di tempo ben definito”. Ok, grazie, ma non è quello che chiedevo io… e poi l’assessore mi sta forse confermando che non hanno verificato niente e che si sono limitati a leggere il curriculum presentato da Sgarbi?
- Domanda: Sul sito della Camera è riportata una dichiarazione di Sgarbi che si definisce “Professore Ordinario di Storia dell’Arte Moderna” presso l’Università per Stranieri di Perugia, una circostanza che non ha trovato riscontri da parte mia e che non risulta dal CV presentato in Provincia. Chiedevo se si fossero effettuate verifiche al riguardo.
Risposta di Bisesti: nel CV in possesso della PAT non risultano docenze presso l’Università per Stranieri di Perugia… Ma a parte leggere il curriculum hanno verificato qualcos’altro?
- Domanda: Visto che Sgarbi si definisce “Professore Ordinario” e come tale viene appellato da esponenti della maggioranza provinciale, chiedevo se si fossero effettuate delle verifiche sull’eventuale possesso di titoli abilitanti in questo senso…
Risposta di Bisesti: non abbiamo effettuato nessuna verifica in tal senso perché essere un professore universitario non è pertinente rispetto alla presidenza del Mart. Eh già, però intanto lo chiamate “professore”…
- Domanda: Ma alla fine, la PAT ha verificato qualcosa del curriculum di Sgarbi in merito alla sua nomina al Mart?
Risposta di Bisesti: abbiamo verificato secondo la legge provinciale 10/2010 (“Disciplina delle nomine e delle designazioni di competenza della Provincia autonoma di Trento“) e il decreto legislativo 39/2013 (“Disposizioni in materia di inconferibilita’ e incompatibilita’ di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico“). Cioè hanno fatto il minimo indispensabile? Complimenti vivissimi!
Da una risposta simile pare di capire che la Provincia di verifiche nel merito sui curriculum ne faccia pochine e questo punto sarei anche curioso di sapere se si limitino a prendere per buoni i titoli elencati dai vari candidati, avendo solo cura di controllare che quanto dichiarato da questi ultimi non vada contro alla normativa base in fatto di nomine.
Al di là del caso specifico di Sgarbi, se questo modus operandi fosse confermato ci sarebbe da stare ben poco allegri riguardo alle logiche della pubblica amministrazione nostrana, perché in tal caso si finirebbe col limitare l’accesso agli incarichi da parte chi, pur avendo titoli, esperienze e competenze, sarebbe impedito a contribuire al buon andamento della cosa pubblica a causa del prevalere di logiche che poco avrebbero a che fare con il merito e la sostanza e molto con le amicizie e le appartenenze a gruppi privilegiati.
Ma naturalmente non può essere così… vero?
Documento-Principale-PAT-RFA043-24-06-2019-0402341
IDAP_999248
Alex Marini
Portavoce
Consigliere del MoVimento 5 Stelle in Provincia di Trento