Il M5S non demorde riguardo ai licenziamenti di massa operati dal Sait. Ci eravamo già occupati di questa triste vicenda nel settembre scorso, quando sull’argomento facemmo presentare un’interrogazione parlamentare e un’interrogazione in Consiglio provinciale poi ripresentata il 20 novembre. A fronte di una situazione rimasta immobile o quasi oggi abbiamo ritenuto necessario procedere con un altro atto a livello provinciale per assicurarci che l’operato della società SAIT sia conforme alle disposizioni di legge.
La questione si riassume in poche e semplici domande: Sait si è liberata di lavoratori a tempo indeterminato, pur avendone bisogno, al solo scopo di sostituirli con manovalanza precaria, presumibilmente pagata assai meno e meno tutelata? Se sì, la cosa è legittima? E perché i controlli dell’ispettorato, pur attivati, non si sono ancora conclusi, sforando clamorosamente i tempi previsti?
Nei mesi scorsi al M5S sono giunte segnalazioni che inducono a pensare Sait abbia operato in maniera non conforme alla normativa che regola la Cassa Integrazione Guadagni Straordinari. A quanto pare, mentre le manovalanze regolari giacevano in cassa integrazione, all’interno dei magazzini Sait si verificava un aumento del 3-4% dell’attività della cooperativa Movitrento. In particolare nei primi 3 mesi del 2018 l’attività di Movitrento sarebbe aumentata quasi del 15% rispetto allo stesso periodo del 2017. Se ciò fosse confermato, risulterebbe che i dipendenti regolari stavano in cassa integrazione mentre Sait, a corto di manodopera, utilizzava una cooperativa per fare il loro lavoro. Come evidente una simile situazione non sarebbe affatto compatibile con l’utilizzo della Cigs e dimostrerebbe una volta di più come i licenziamenti non siano avvenuti perché necessari ma solo per liberarsi dei lavoratori stabili sostituendoli con quelli di una cooperativa.
Data la situazione difficile in cui versano tante famiglie la cui attività lavorativa era o è ancora legata a Sait, abbiamo ritenuto di chiedere alla nuova Giunta provinciale di intervenire adottando urgenti iniziative per verificare lo svolgimento del programma presentato dalla SAIT in relazione al licenziamento collettivo del personale dipendente e il corretto impiego delle risorse pubbliche erogate dall’INPS per la CIGS. Abbiamo inoltre chiesto quali siano le motivazioni del ritardo della procedura che prevede l’obbligo per gli Ispettorati di verificare gli impegni aziendali, nei tre mesi antecedenti la conclusione dell’intervento di integrazione salariale, e di relazionare in merito entro 30 giorni dalla conclusione dell’intervento straordinario di integrazione salariale autorizzato.
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