Ci avevano detto che la ciclabile della Valle del Chiese sarebbe stata completata entro la fine dell’estate. Ebbene l’estate è terminata, la ciclabile invece no. A questo punto non resta che interrogarsi sul perché dell’ennesimo sforamento dei tempi che di certo non depone a favore della serietà di certi impegni ufficiali.
Nel maggio scorso avevo chiesto al presidente della Provincia Fugatti quali fossero i tempi di completamento per la ciclabile della Valle del Chiese e in particolare per il tratto fra le frazioni di Cologna e di Agrone del Comune di Pieve di Bono – Prezzo. Si trattava di opere attese da tempo e che erano già in ritardo per cui fare il punto della situazione mi era parso doveroso.
La risposta del presidente Fugatti era stata rassicurante. C’era da posare la rete del metano – ci venne detto – e questo aveva causato i ritardi, ma “si prevedeva” che i lavori sarebbero stati terminati (e quindi la ciclabile aperta) “entro l’estate”. Siamo ormai in autunno da una decina di giorni e la ciclabile resta chiusa. Le asfaltature sono state quasi del tutto completate, tranne il punto di raccordo con la vecchia strada rurale che passa nei pressi della cascata della Sadacla. Mancano tuttavia tutte le recinzioni e il percorso resta sbarrato in svariati punti. Per farla breve, l’ennesimo impegno o se preferite l’ennesima “previsione” è andata disattesa.
Da anni si discute della ciclabile del Chiese inserita nel contesto più ampio delle Giudicarie come un potenziale volano di sviluppo turistico per questo territorio. L’idea è corretta, perché i dati dimostrano come una ciclabile che funziona possa attrarre tanti visitatori con famiglia, dotati di ampia capacità di spesa, cosa che implica ovvie e positive ricadute sull’economia di un territorio che sappia rendersi attraente verso di loro.
La ciclabile della Valle del Chiese presenta già oggi alcuni scorci particolarmente suggestivi ed avrebbe tutte le carte in regola per dare un sostegno importante ad un comparto turistico che in questi anni ha cominciato finalmente a dare segni di vita proprio nell’ottica dello sport all’aria aperta e di un’offerta basata su natura, storia e cultura. Il fatto che il percorso ciclo turistico resti incompiuto rappresenta una disattenzione grave e un danno all’economia di un’intera Valle. Per questo non posso che rinnovare la richiesta di fare in fretta oppure di chiarire pubblicamente la natura di eventuali intoppi. Al tempo stesso provvederò quanto prima a presentare atti per corroborare formalmente tale richiesta.
Qui il riassunto della risposta di Fugatti
Qui il video della mia interrogazione in aula a maggio
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