In Consiglio provinciale è in arrivo una legge decisiva per il futuro delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche trentine. Ci sono spinte a precorrere i tempi, addirittura arrivando a portare il testo della proposta della giunta in aula già a fine di marzo. Le concessioni però scadono nel 2023 e quindi questa fretta non ha alcuna ragione d’essere.
Per questo il M5S trentino ha depositato un’interrogazione con cui si chiede che su un tema così importante e delicato per l’economia e la vita stessa dei nostri territori si proceda nella massima trasparenza, coinvolgendo tutti gli attori interessati e dando vita ad un dibattito pubblico aperto, in modo da permettere a tutti i cittadini di farsi un’idea precisa del futuro che si prospetta per beni che appartengono loro, quali sono le acque pubbliche e il diritto a derivarne energia elettrica.
L’idea che sta dietro il disegno di legge già licenziato dalla giunta è di disciplinare l’assegnazione di 17 concessioni idroelettriche a scadenza 2023, asset strategici che si traducono nella disponibilità di 34 centrali, 160 opere di presa, 9 grandi dighe e 306 km complessivi di canali e gallerie. Numeri che già da soli danno l’idea del valore di ciò su cui si vuole andare a intervenire.
Si vanno a toccare temi connessi con l’ambiente naturale, le sue risorse, il benessere dell’uomo e l’approvvigionamento di risorse finanziarie della Provincia e degli enti locali. Questioni direttamente legate al fine esplicitato dalle Nazioni Unite nella loro “Agenda 2030”, dove si definisce “fine prioritario” assicurare a chiunque l’accesso a sistemi di energia economici, affidabili, sostenibili e moderni.
Va da sé che su questioni di tale importanza per la vita di tutti noi non si debba lasciare spazio a ombra alcuna, aprendosi ai contributi della società civile e della cittadinanza, oltre che al confronto con tutte le forze politiche nelle sedi appropriate.
Con l’interrogazione che ho presentato chiedo quindi di bandire ogni immotivata e incomprensibile frenesia, dando invece spazio al confronto con esperti e luminari nei settori della gestione dell’acqua pubblica e delle sue derivazioni idroelettriche. Un dibattito che dovrà svolgersi nelle competenti commissioni, ma se lo si ritenesse opportuno anche con la convocazione di una specifica conferenza di informazione, opzione questa che garantirebbe di certo tutto il rilievo e la trasparenza che la questione indubbiamente merita.
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