Doveva essere un convegno di informazione, doveva essere nelle parole del Presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, un appuntamento su “un tema che ha registrato una condivisione trasversale…in ordine alla necessita di acquisire una puntuale informazione che in modo oggettivo e rigore scientifico definisca i vari profili implicati dall’avvento di questa tecnologia.” ma cosi non è stato.
Colpiscono le parole del Presidente: “È necessario fare chiarezza….in particolare, ci tengo a ribadirlo due volte, sulla salute umana e sull’ambiente ed in particolare modo sulla salute anche perché parliamoci chiaro i telefonini sempre di più sono in mano ai giovani …prima parlavo con un medico il quale mi diceva i bambini non hanno ancora l’ossatura completa per cui non l’hanno ancora formata per cui l’introduzione dei telefonini in particolare modo per i più giovani crea o potrebbe creare particolari effetti sulla salute in particolare dei nostri bambini”
Ancora di più colpiscono quelle del Vicepresidente e Assessore all’Ambiente, Mauro Tonina: “Io ritengo, noi riteniamo comunque importante svolgere delle attività informative …oltre ad oggi…serve un attività di informazione e di dibattito con la popolazione….anche avvalendoci di esperti…anche in considerazione delle preoccupazioni espresse dalla popolazione…il modo corretto per agire e per informare…Pianificare bene….un altro argomento devo e sono certo e sono convinto che sia importante pianificare bene la localizzazione dei nuovi impianti affinché vengano individuati luoghi idonei al di fuori dei siti sensibili e questo sarà un mio compito sarà il compito degli uffici e dei servizi per permettere ma sopratutto per garantire questo”..io e Segnana sapremo tradurre questo in atti politici per dare il massimo della garanzia…”
E poi quelle dell’Assessore alla salute Segnana: “Tema che riguarda la salute pubblica……la salute viene prima di tutto….non dimentichiamoci che il messaggio più importante che deve uscire è che l’utilizzo scorretto dei cellulari, sopratutto senza controllo da parte dei giovani e dei bambini….è quello su cui dobbiamo lavorare perché la maggior parte dei problemi nasce dall’uso non corretto del cellulare….”
Emerge la non conoscenza della questione. Emerge la preoccupazione ma non l’intenzione di agire davvero. Come si può affermare che basta verificare il posizionamento degli impianti quando si sta dicendo che ci saranno un milione di apparecchi per kmq.
Come si può affermare con tanta semplicità che il cellulare fa male e soprassedere su un livello di immersione elettromagnetica che sarà totale.
Come si può parlare di informazione necessaria dal confronto con gli esperti e poi negare il patrocinio e la presenza al convegno del 2 luglio che porterà sul palco luminari di tutta Italia per affrontare la questione di più livelli di competenza.
La conferenza è proseguita con la Dottoressa Malacarne del Servizio Autorizzazioni e Valutazioni Ambientali della Provincia autonoma di Trento che ha proposto un elenco delle normative nazionali e provinciali insistendo sule garanzie dei limiti italiani rispetto al resto d’Europa dimenticando però di chiarire che sono tutte normative vecchie rispetto alla tecnologia attuale, che i limiti sono mediati sulle 24 ore e che le compagnie hanno già chiesto di alzare il limite a 61 V/m
Il Dott. Pegoretti dell’Azienda Per la Protezione dell’Ambiente della Provincia autonoma di Trento ha affermato che: “…..in provincia non ci sono impianti attivi 5G quindi non avendo uno storico di misura non possiamo fare misure sul 5G almeno qui da noi…a livello internazionale sono stati stabiliti dei requisiti tecnologici abbastanza impegnativi e sfidanti per il 5G…. ad esempio numero molto elevato di dispositivi connessi simultaneamente….. c’è quindi la necessita di introdurre aspetti innovativi….che avrà ripercussioni sulle modalità operativi di misura del segnale …..si è aperto sin da subito un confronto tra ISPRA, l’NSPA e le Agenzie scese in campo per misurare….siamo in assenza di una normativa tecnica consolidata di riferimento e riconosciuta ma la norma tecnica CEI 211-7/E è attualmente in inchiesta pubblica…..dove per la prima volta in una paginetta scarsa si parla di 5G ma insomma intanto si sta facendo qualcosa e sopratutto in questa norma si sottolineano le difficoltà tecniche di misurare questo tipo di segnale …citando dalla norma “la misura è significativa per il solo punto di misurazione e non è sintomatica del campo elettromagnetico presente in tutta l’area di copertura della cella” ….”in attesa di indicazioni da parte della commissione Elettromagnetica Internazionale…..la misura può essere utilizzata solo per una prima misura del campo elettromagnetico generato e non per la verifica del campo elettromagnetico….dove per verifica si intende in confronto dei limiti di legge per determinare il rispetto o il superamento dei limiti…..il confronto è attivo…..c’è la necessita di istituire tavoli tecnici di confronto….anche per ridimensionare la (a volte eccessiva) “percezione del rischio” da parte dell’opinione pubblica, spesso alimentata da incertezza. Errori di comunicazione e fake news….quindi non posso portarvi delle misure fatte sul territorio ma quello che posso dire è che siamo pronto e stiamo lavorando per quando saranno accesi gli impianti la nostra agenzia sarà pronta per poter fare le misure e quindi valutare quale sarà l’impatto di questa tecnologia sull’esposizione…”
Fatico a commentare quanto riportato e mi limito a non capire come si possa stare tranquilli sopo aver sentito quanto sopra….
Speravo anche in qualche rassicurazione e chiarimento dall’Ing. Elio Salvadori, Direttore CREATE-NET della Fondazione FBK ma anche qui ho sono io a non capire o qualcosa non quadra.
Dalle sue parole: “il 5G necessiterà di una massima reattività della rete e il tempo con cui la rete reagisce ad una richiesta è nell’ordine del millisecondo…ben al di sotto della percezione umana…la densità di apparati sarà di un migliaio di volte superiore al 4G come numero di apprati che si posso connettere in un km quadrato…ma….utilizzeranno le vecchie torri….Il segnale è talmente debole che si potrà fermare con un vetro…..”
E non mi si dica che estrapolando le frasi ho cambiato il senso perché basta ascoltare il video che si capisce che è esattamente quello che intendeva.
Ha poi portato una serie di esempi per dimostrare che il 5G porterà un aumento dei posti di lavoro portando come esempi solo questioni che dimostrano che dell’uomo non ci sarà più bisogno.
Ciò che tuttavia mi ha sconvolto in modo fortissimo è stato l’intervento del dott. Francesco Pizzo dell’Unità operativa di Igiene e Sanità Pubblica dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento.
Egli dopo aver premesso di non occuparsi specificatamente di questo tema ha affermato che “il tema dei campi elettromagnetici talvolta suscita qualche preoccupazione ma che loro come Azienda cercano in qualche maniera di incanalare nei giusti versi”
Quindi, da possessori della verità tanto da arrogarsi il diritto di incanalare le preoccupazioni nel verso “Giusto”, affermano sempre dalle sue parole che “le radiazioni non ionizzanti non hanno un energia sufficiente per rompere i legami tra molecole quindi questo è il motivo per ci è molto difficile evidenziare dei danni di questi agenti diretti alla salute “
Cioè subito dopo le dimostrazioni della Dott.ssa Belpoggi sui risultati del Centro per la Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni-Istituto Ramazzini, ha concluso nella sostanza che tali risultati non esistono anzi è andato oltre: “oltre all’effetto termico sono stati sollevati interrogativi sugli effetti non termici derivanti dall’esposizione a campi elettromagnetici. Sono stati suggeriti effetti sulle cellule che potrebbero avere un ruolo nello sviluppo del cancro tuttavia i dati finora disponibili non suggeriscono nel lor complesso che l’uso del cellulare abbia alcun effetto nocivo sulla salute umana.”
Nelle sue conclusioni tra le altre cose: i livelli di fondo sono dovuti all’impianto elettrico, gli effetti diminuiscono allontanandosi dagli apparecchi, chi lavora con il computer stia tranquillo che le emissioni sono basse, i forni a microonde non costituiscono un rischio, i ripetitori hanno limiti di esposizione che non vengono mai superate, le campagne di misura nel mondo hanno dimostrato che l’esposizione a campi elettromagnetici negli ambienti di vita è estremamente bassa…
Le sue ultime affermazioni poi sono inaccettabili per un rappresentante di un istituzione sanitaria che dovrebbe preoccuparsi esclusivamente della salute dei cittadini.
Egli ha affermato che: “E’ lecito chiedersi se queste tecnologie abbiano comportato l’incremento del rischio ma ovviamene l’incremento de rischio deve essere anche valutato alla luce dei benefici che queste tecnologie ci possono dare in tanti termini nel renderci più facile la vita, risparmiare, utilizzare meglio le risorse e tante altre cose...in assenza di certezze si deve minimizzare l’esposizione e tenerla ad un livello più basso possibile….ragionevole…. cioè tale da far funzionare i dispositivi altrimenti è inutile usarli…La APSS…si è fatta promotrice di informazioni…ma le regole che ci eravamo dati sono da rivedere…ormai l’uso del cellulare…..fa pensare di dover rivedere queste linee guida….”
Ma possiamo dormire tranquilli con queste premesse?
Spero davvero che vengano al convegno del 2 luglio potrebbe essere utile.
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