Come Gruppo Territoriale del Movimento 5 stelle del Trentino vorremmo anche noi obiettare, come ha già fatto Luigi Casanova (lettera a piè di pagina), all’articolo del politologo Paolo Pombeni, apparso su L’Adige del 30 ottobre, pieno di livore nei confronti della nostra forza politica. Pombeni accusa di stupidità la scelta di Conte di aver voluto escludere dall’alleanza politica in Liguria Italia Viva e cioè Renzi affermando che così il centro sinistra, senza centro, avrebbe fatto perdere Orlando. Qui concordiamo con Casanova quando obietta a Pombeni che con dentro Renzi i 5 stelle sarebbero spariti. Ma a dimostrazione che l’odio politico acceca l’intelligenza, Pombeni afferma che “ogni polo deve combinare due elementi contrastanti: da un lato non perdere i voti delle varie componenti “identitarie” che pretendono di esser riconosciute come tali, dal lato opposto cercare di sfondare verso quell’elettorato per nulla o meno identitario spostando il quale si può ottenere quel pugno di voti che può portare alla vittoria”. Bene, in Liguria, la maggioranza dell’elettorato del Movimento non poteva identificarsi con la figura di Orlando voluto dal PD che lo stesso Pombeni, tra l’altro, definisce “non proprio una figura carismatica né a livello nazionale, né tanto meno a livello locale”. Insomma, Orlando è stato un compromesso non digerito da tanti elettori del Movimento che per questo non sono andati a votare. Ci è sembrata poi ingenerosa, per non dire disonesta, l’accusa di Pombeni nei confronti del Movimento accusato di essere “contrario a tutte le politiche di intervento sul territorio in nome del solito utopismo astratto” quando, a suo tempo, proprio in Liguria, in occasione del crollo del ponte Morandi, il nostro Presidente Conte, con il Decreto Genova, non ha avuto problemi a nominare commissario il sindaco Bucci che in sintonia con il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli, ha fatto sì che il ponte fosse ultimato nei tempi previsti (un anno) e nel rispetto dei costi preventivati, cosa non certo scontata in quella regione dove, come abbiamo avuto modo di vedere, affari e politica erano bene intrecciati. Troviamo poi bizzarro che Pombeni, rivolgendosi al PD, si chieda se “sarà capace di costruire una vera alleanza intorno a un proprio progetto credibile” aggiungendo poi che “il campo largo va costruito avendo il coraggio di chiedere a tutte le componenti di riformarsi privandosi dei posti garantiti ai superstiti del professionismo politico”. Bene, ci sembra che il nostro Presidente Conte abbia sempre puntato sulla costruzione di un progetto credibile e condiviso più che su alleanze precostituite e che il Movimento 5 stelle, con l’Assemblea Costituente in corso, stia dando a tutte le forze politiche un esempio di rinnovamento e di democrazia partecipata. Pombeni dice ancora che “occorre erodere il bacino dell’astensione” e che “la gente è stanca del professionismo politico”. Su questo siamo d’accordo e infatti, quando il Movimento ha puntato su una non professionista della politica come la Todde, ha vinto e così speriamo che succeda con la candidata civica in Umbria. Come Movimento, infine, concordiamo con quanto scrive e obietta Luigi Casanova. Ci dispiace solo che AVS, in Trentino, si sia schiacciato su Valduga a Rovereto nonostante avesse una sentenza della Corte dei Conti che incombeva sulla sua testa mentre a Trento è fissa su Ianeselli e le sue politiche pubbliche volte al consumo di suolo e alla cementificazione.