EGATO = primi passi verso l’inceneritore? no grazie!

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Nel dicembre 2024, la Provincia Autonoma di Trento e il Consiglio delle Autonomie Locali hanno sottoscritto un accordo per la creazione del Consorzio EGATO (Ente di Governo dell’Ambito Territoriale Ottimale), un organismo che coinvolge l’Amministrazione provinciale, i Comuni e le Comunità di valle con il compito di coordinare la gestione del ciclo dei rifiuti. Tuttavia, l’iniziativa ha sollevato diverse polemiche, in particolare da parte di alcune associazioni ambientaliste che temono possa essere il preludio alla costruzione di un inceneritore anziché a un rafforzamento delle strategie di gestione sostenibile dei rifiuti.

Anche il M5S condivide questa preoccupazione e in quanto favorevole da sempre ad un approccio ecologista, soprattutto in ordine alla gestione dei rifiuti, ritiene che il consorzio, qualora costituito, dovrebbe concentrarsi su obiettivi più ambiziosi quali, ad esempio, il miglioramento dell’efficienza economica del servizio, la qualità della raccolta, la riduzione dei rifiuti indifferenziati, ottimizzando la filiera del riciclo, la valorizzazione dei materiali e l’adozione di tariffe omogenee, piuttosto che vincolare la chiusura del ciclo alla costruzione di un impianto di combustione che pare essere invece il vero traguardo dell’accordo. Si ha infatti la sensazione che questa scelta, più che rispondere a effettive esigenze ambientali e gestionali, sia piuttosto il frutto di logiche politiche ed economiche che spingono nella direzione delle grandi opere in quanto considerate, soprattutto in Piazza Dante, l’unico vero motore di crescita economica locale.

È noto che il Trentino ha già superato l’80% di raccolta differenziata, un risultato eccellente che lascia spazio a ulteriori miglioramenti sia in termini di riciclo che di riduzione dei rifiuti. In questo contesto l’investimento in un impianto potrebbe allora risultare controproducente poiché implicherebbe la necessità di garantire un flusso costante e quantitativamente rilevante di rifiuti da bruciare con il conseguente rischio di rallentare il passaggio verso un modello di economia circolare più avanzato. Inoltre, è probabile che verranno vanificati gli sforzi e i costi sostenuti per arrivare all’attuale livello di raccolta differenziata.

Un sistema di gestione realmente sostenibile dovrebbe mirare alla minimizzazione del rifiuto residuo e al massimo recupero di materia senza compromettere il futuro delle politiche ambientali con infrastrutture che, oltre a necessitare di ingenti costi di manutenzione, potrebbero diventare obsolete nel giro di pochi decenni. La vera sfida non è solo individuare una soluzione per lo smaltimento della parte rimanente di rifiuti non riciclabili che potrebbero comunque essere conferiti anche nell’impianto di Bolzano, ma garantire che le scelte attuali non ostacolino il percorso verso una gestione sempre più efficiente, innovativa e sostenibile dell’ambiente in cui viviamo, e assicurare ai cittadini salubrità e sicurezza anche alla luce delle sfide dei cambiamenti climatici in atto.

Giovanni Clementel
Gruppo Territoriale M5S Trentino


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