Gentile direttore, a proposito della candidatura a sindaco di Trento di Mauro Giacca, proposta dalla maggioranza di piazza Dante, che si è trovata d’accordo sul nome giustificandolo con il fatto che il candidato «… non avrebbe dovuto appartenere ad alcuna forza politica, visto che la “partita” si giocherà intercettando il voto dei moderati “indecisi” e, soprattutto, portando alle urne chi – ad oggi – non è intenzionato ad andare a votare …», mi fa sorgere spontanea una domanda; ma la Politica dov ’è? Non è forse questa, che deve dare l’esempio di un’educazione civica consapevole e matura pronta a dare risposte ai bisogni della gente? Invece si prende un profilo noto soprattutto per il suo merito calcistico ma che non si è mai misurato con la gestione della cosa pubblica, o con gli affari della pubblica amministrazione, e lo si candida perché in ottimi rapporti con la nomenclatura di Piazza Dante.
Capisco che in un contesto caratterizzato da una deriva individualistica, narcisistica e consumistica come quello in cui viviamo, la proposta si inserisce perfettamente. Le destre sono brave ad offrire risposte ai bisogni di una società mossa ormai più da pulsioni individuali che dal bene comune, ma candidare sindaco chi ha «…salvato dal fallimento in Promozione e portato ai vertici della serie C…» la squadra di calcio locale mi pare, più che altro, un insulto a quanti di noi cittadini elettori, alle prese con questioni ben più importanti e complesse che una promozione calcistica, ci meriteremmo.
Giovanni Clementel
* lettera pubblicata sul quotidiano Il T il 16 novembre 2024