I vigili del fuoco volontari fanno tanto per il Trentino ma “volontariato” non significa che uno ci debba per forza rimettere. Nei giorni scorsi ho eseguito delle verifiche sulle modalità del loro impiego ed ho scoperto delle criticità importanti che ho portato alla conoscenza dell’Aula, sottolineando alcune questioni che ritengo irrisolte e ponendo dei quesiti aperti che insieme al compagno di avventure in Consiglio provinciale Filippo Degasperi ho sottoposto anche alla Giunta in forma di interrogazioni provinciali.
Ecco un aggiornamento sull’attività in Consiglio Provinciale. L’ultima seduta ha avuto luogo martedì 11 dicembre. Ho optato per un intervento mirato a questioni relative alla protezione civile e alla crisi ambientale che ho effettuato durante la discussione sulla relazione programmatica di consiliatura del presidente Fugatti, la quale ha dato ampio spazio alle conseguenze del maltempo di fine ottobre. A tal proposito ho ritenuto doveroso dedicare buona parte del mio discorso alle condizioni in cui si trovano ad operare i vigili del fuoco volontari, che anche nel mezzo uragano di un mese e mezzo fa hanno saputo dare grande prova di sé. È anche grazie al loro contributo che la comunità trentina ha potuto superare l’evento con senso di sicurezza e tranquillità.
Negli atti di sindacato ispettivo siamo partiti da un dato di fatto. Molti volontari per poter svolgere questo ruolo debbono prendere ferie oppure vedersi negato il permesso ad intervenire a favore della collettività da parte dei datori di lavoro. Intendiamoci, non è nostra intenzione colpevolizzare nessuno, e non riteniamo nemmeno sia corretto chiedere alle imprese di perderci per favorire il volontariato dei dipendenti, per quanto meritorio. Quello che vogliamo è anzi garantire alle imprese incentivi per rendere loro accettabile la perdita di un collaboratore durante l’orario di lavoro perché impiegato in interventi a favore della collettività. Con questa idea in mente abbiamo chiesto al presidente Fugatti se le strutture competenti della Provincia di Trento o altre istituzioni locali (Comunità e Comuni in primis) abbiano promosso forme di concertazione tra i datori di lavoro e i lavoratori per favorire la possibilità di questi ultimi di prendere parte come volontari ai servizi antincendio (Int.107/XVI – Misure premiali a favore dei datori di lavoro che favoriscono l’espletamento da parte del volontariato di protezione civile delle attività di soccorso in occasione di calamità).
Il fatto è che esistono già alcune leggi che potrebbero favorire i volontari dei vigili del fuoco, solo che a quanto ne sappiamo risultano poco o per niente utilizzate. Diventa allora molto importante misurare l’entità dell’utilizzo dei permessi retribuiti per poter svolgere attività di volontariato. Pertanto abbiamo chiesto alla Giunta di acquisire e rendere pubblici i dati dell’INPS e gli indici annuali relativamente alle assenze dal lavoro da parte di volontari di protezione civile per l’espletamento delle attività di soccorso e di assistenza in occasione di catastrofi, calamità naturali o connesse con l’attività dell’uomo.
Ci sono poi i rimborsi che i datori lavoro possono chiedere in occasione di situazioni d’emergenza nelle quali sono impegnati i propri dipendenti. Anche qui però ci risulta un utilizzo assai limitato. Per avere dati precisi e sollevare il problema del mancato utilizzo di queste possibilità, abbiamo quindi interrogato la Giunta per sapere se e con quali modalità siano stati avvisati i lavoratori autonomi, i datori di lavoro e le organizzazioni di categoria della possibilità di ottenere il rimborso degli emolumenti versati per ciascun lavoratore che, in qualità di volontario, abbia preso parte alle attività di soccorso e agli interventi di protezione civile per far fronte agli eventi meteorologici a partire dalla giornata del 27 ottobre 2018 (Int. 108/XVI – Rimborso da parte della Provincia al datore di lavoro degli emolumenti versati per i lavoratori impegnati in attività di protezione civile).
Abbiamo infine voluto portare all’attenzione di Fugatti un problema spinoso che riguarda le polizze assicurative per responsabilità civile e per la tutela legale e giudiziaria dei vigili volontari ed in particolare dei comandanti e dei vice comandanti, quello delle assicurazioni per queste persone che si espongono a rischi, anche di natura legale, per il bene di tutti. Dopo alcune verifiche è emerso che siano effettivamente state proposte delle assicurazioni a comandanti e vice comandanti. Risulterebbe però che dette polizze debbano essere stipulate in maniera individuale dai diretti interessati. Proprio perché individuali però queste polizze sono a carico di chi le sottoscrive e non possono essere rimborsate. Cioè, rischi per tutti ma se vuoi qualche tutela te la paghi di tasca tua. Pensiamo che non serva scervellarsi per capire come una situazione del genere sia ingiusta e riteniamo pertanto sarebbe cosa buona e giusta occuparsene, proponendo soluzioni a favore di chi spesso rischia la vita per il bene collettivo (Int. 111/XVI – Polizze per responsabilità civile e tutela legale e giudiziaria).
Riteniamo anche che avendo le risorse possa anche andare bene costruire caserme in ogni minuscola frazione, ma forse lavorare sulle misure per favorire e tutelare il volontariato potrebbe rivelarsi altrettanto utile, se non di più. A quanto abbiamo potuto constatare, su questo tema ci sono ampi spazi per far sì che il costo per consentire ai volontari di intervenire senza troppi patemi d’animo non gravi solo su singoli soggetti (il volontario che utilizza le proprie ferie o il datore che se accetta deve farsi carico del volontario come se lavorasse). Se c’è una adeguata e reale volontà politica, si possono trovare soluzioni che riconoscano i diritti dei vigili volontari di godere dei permessi e allo stesso tempo riconoscano al titolare dell’impresa la messa a disposizione della propria forza lavoro per fini di interesse generale. Ad oggi, purtroppo, non è così. Ci sono casi in cui lavoratori non possono rispondere a una chiamata selettiva mentre lavorano, altri casi di lavoratori che rispondono ma per poterlo fare devono prendere ferie ed altri ancora … pochi per la verità … di datori di lavoro che lasciano uscire il lavoratore con regolare permesso.
Su questo si può fare molto senza che necessariamente sia il volontario a perderci e nemmeno il lavoratore ma facendo in modo che gli oneri per avere un simile servizio siano spalmati sull’intera società.
I nostri volontari fanno un grande lavoro e tutti lodano. Pensiamo però che oltre ai meritati complimenti, che non costano niente, per aiutarli nella loro opera servirebbero azioni concrete ed efficaci, mirate a rimuovere quelle difficoltà oggettive che rendono spesso difficoltoso quello stesso impegno, tanto ammirato.
Alex Marini
Portavoce
Consigliere del MoVimento 5 Stelle in Provincia di Trento