Fermiamo l’attacco al dissenso. Contestiamo il decreto Piantedosi, Crosetto, Nordio

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Punizioni esemplari contro chi manifesta pacificamente, contro chi protesta e si oppone a politiche indegne, carezze per i colletti bianchi, per corrotti e corruttori questa è la linea vergognosa del governo Meloni. Forte con i deboli, deboli con i forti.

Il DDL 1660 sicurezza reprime il dissenso criminalizzando la resistenza passiva e violando i diritti fondamentali sanciti dall’art. 21 della Costituzione.

Da molti anni con i più svariati pretesti i governi di diverso colore hanno introdotto leggi per limitare il diritto di sciopero e la possibilità di lottare e manifestare. Con questa nuova “legge manganello” il governo vuole regolare i conti con tutte le realtà ed esperienze di lotta in corso e creare gli strumenti giuridici necessari per stroncare sul nascere i futuri inevitabili conflitti sociali.

La sempre più marcata tendenza alla guerra sul fronte esterno richiede, sul fronte interno, un contesto sociale pacificato e a questo “lavorano” tutti gli apparati dello Stato.

Il DDL 1660 introduce nuovi reati e nuove aggravanti di pena. Colpisce insieme le manifestazioni contro le guerre a cominciare dal genocidio in corso a Gaza, alle proteste contro la costruzione di nuovi insediamenti militari, a quelle contro le grandi opere, contro la catastrofe ambientale,contro la speculazione in ambito energetico fino ai picchetti operai, le forme di lotta di cui questi movimenti si dotano per aumentare la propria efficacia come i blocchi stradali ferroviari, le occupazioni di case sfitte. Contiene norme durissime contro qualsiasi forma di protesta e di resistenza, anche passiva nelle carceri, nei centri di reclusione degli immigrati senza permesso di soggiorno, perfino contro le proteste di familiari e solidali a loro supporto.

Il nuovo DDL arriva a punire anche il”terrorismo della parola”cioè la detenzione di scritti e materiale cartaceo che inneggiano  alla lotta, pur non avendo partecipato a nessuna azione violenta o di sabotaggio. Tutto ciò  per creare paura nei cittadini.

Questo disegno di legge è parte del più generale programma reazionario del governo Meloni ed è funzionale all’economia di guerra, alla corsa al riarmo e verso la nuova guerra globale, è scritto sotto dettatura dei comandi militari italiani ed europei e in linea con il restringimento delle libertà politiche che prende corpo in tutti i paesi del vecchio continente.

Lo firmano insieme, non a caso, i tre ministri dell’Interno, della Difesa e della Giustizia ( Piantedosi, Crosetto, Nordio). Una legge liberticida, da stato di polizia che va assolutamente fermata!

Questo in sintesi quello che si è detto venerdì 13 settembre dalle ore 20.00 nel corso di un’ assemblea presso la sala circoscrizionale di via Perini angolo via Giusti.

L’assemblea ha visto la partecipazione a distanza  dell’avv. Daria Misini di Bologna, che si adopera a sostenere chi è vittima della repressione, e  ha spiegato nei dettagli i punti del DDL.

Ha sottolineato l’importanza di creare e allargare la lotta per contestare questa legge e cosa possiamo fare per porre una resistenza preventiva a questo DDL.

Anziché affrontare il conflitto sociale che sta esplodendo, chi è al governo vuole cancellare il dissenso, prevedendo  la totale impunità per le forze dell’ordine le quali saranno ulteriormente tutelate nei casi sempre più frequenti di “abuso in divisa” e potranno portare armi senza licenza, anche quando non sono in servizio.

Questo DDL prevede, quindi, massima restrizione delle libertà di lottare per tutti da un lato, e dall’altro massimo ampliamento della possibilità di reprimere forme di protesta e di resistenza anche passiva.

L’Assemblea è stata preceduta da una cena solidale alla Palestina, con lo scopo di raccogliere fondi da mandare direttamente alle famiglie, vittime del genocidio,  che sopravvivono tra le macerie e che abbisognano urgentemente di aiuti di ogni genere.

Si ringraziano i vari comitati che si sono adoperati per organizzare la serata.

* resoconto di Renata Righi

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