Ferrovia della Valsugana chiusa per la terza estate consecutiva: la Provincia fa da spettatore mentre i turisti scappano

Sono ormai 3 anni che puntualmente la linea, proprio nella stagione estiva, quella in cui dovrebbe fungere da volano e da elemento di richiamo per i turisti, viene chiusa. E’ successo nel 2015 per quasi tutta l’estate, si è ripetuto dal 12 giugno all’8 luglio 2016 e, puntuali, anche nel 2017 sono arrivati i “lavori di ammodernamento”. Nella tradizionale applicazione del sistema del bastone e della carota si favoleggia che si tratterebbe di lavori necessari “se vogliamo meritarci l’elettrificazione”. Non si capisce bene dove stia il nesso con la sostituzione delle traversine dato che l’ipotesi di elettrificazione (viste le caratteristiche tecniche, in particolare delle gallerie) è e rimane un puro esercizio accademico.

Le giustificazioni sulla scelta del periodo sono esilaranti: secondo l’assessore Gilmozzi (che opportunamente prende a riferimento i dati del luglio 2014 dato che nelle stagioni seguenti la ferrovia era chiusa) la ragione sta semplicemente nel numero di passeggeri. 4871 frequentatori in luglio contro i 5860 di novembre. Naturalmente il fatto che in giugno e in luglio le zone interessate dai lavori siano strapiene di ospiti non importa. Nemmeno importa il fatto che nel frattempo la ferrovia della Valsugana è stata ampiamente sponsorizzata come strumento di attrazione del turismo cosiddetto “dolce” a cominciare da quello che fa riferimento alla bicicletta. Pianificare autobus sostitutivi in novembre, mese in cui è presumibile che i passeggeri abbiano una presenza statisticamente stabile è diverso rispetto a giugno e luglio, quando le comitive di turisti arrivano senza preavviso e oggi rischiano di rimanere a piedi. All’assessore Gilmozzi non importa nemmeno che i lavori notturni tengano svegli interi campeggi con centinaia di ospiti. Programmarli in novembre per esempio, quando la zona è deserta, pareva di fare un dispetto agli operatori che così invece possono apprezzare l’avanzamento dei lavori e le dotazioni tecniche delle Ferrovie.

Anche sulle modalità operative c’è di che discutere. Di solito i passaggi a livello si chiudono quando transitano i treni. La Valsugana invece è la prima linea ferroviaria in cui accade il contrario: TUTTI i passaggi a livello tra Pergine e Levico rimangono ermeticamente chiusi proprio quando di treni non ne passano più. Considerato che i lavori si svolgono effettivamente in settori molto più limitati ci sarebbe da spiegare ai cittadini (turisti e residenti) come mai i passaggi a livello di Pergine sono chiusi quando i lavori sono a Calceranica.

Infine una riflessione merita il rapporto con il territorio. A leggere le reazioni degli operatori pare che nessuno si sia preso la briga di informarli e di discutere con loro possibili interventi di mitigazione delle conseguenze dei lavori in corso. Un modo esemplare che dimostra la totale mancanza di rispetto, non solo da parte delle Ferrovie, ma soprattutto da parte di chi amministra questa Provincia. Sempre pronto a fare la voce grossa con i cittadini ma muto come un pesce di fronte a colossi come RFI che possono permettersi il lusso di organizzare a piacimento la propria attività, chiudere linee ferroviarie mettendo alla berlina il turismo trentino, chiudere passaggi a livello mettendo in crisi la viabilità, rendere invivibili intere porzioni di territorio senza che nessuno si sogni di provare a porre qualche paletto.

Per aiutare i cittadini a capire abbiamo depositato l’allegata interrogazione.

Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle

Comunicato Stampa inviato ai principali quotidiani locali ed ignorato da:
quotidiano corriere del trentino barrato quotidiano trentino barrato

quotidiano adige barrato

Interrogazione_M5S_PAT_ferrovia_valsugana