Giusto confermare il limite dei mandati

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Gentile Direttore,

riprende vigore in sede locale il tema circa l’utilità o meno di revocare il limite dei due mandati per sindaci e presidenti di regione. Un tema sul quale il suo giornale, il 26 settembre scorso, ha dato notizia che la commissione paritetica del Trentino-Alto Adige avrebbe iniziato l’esame di uno schema di norma di attuazione per riconoscere una deroga regionale in materia. Peraltro senza alcun coinvolgimento dei cittadini. La questione è stata oggetto di una interrogazione da parte del deputato del Movimento 5 Stelle Enrico Cappelletti al Ministro per gli affari regionali Calderoli, oltre che al Ministro degli Interni Piantedosi, per chiedere conto della situazione trentina avanzando serie riserve sulla norma di attuazione, ma non solo. Piccata, e a stretto giro di posta, la risposta del Presidente del Consiglio delle autonomie il quale, a parere del sottoscritto, oltre ad alcune banalità, nel merito non ha fornito motivazioni convincenti per sostenere l’iniziativa in parola.Infatti il solo osservare che «per Camera e Senato non ci sono limiti di mandato» e che a fronte del rischio di clientelismo un «Sindaco per essere eletto deve ottenere i voti dell’elettorato, in quanto è la comunità locale che decide», sembrano più esternazioni dettate da insofferenza che valutazioni politiche attente ai più elementari principi di democrazia costituzionale richiamati, tra l’altro, dalla stessa Alta Corte quando intervenuta sul tema.I fatti della Liguria, solo per citare i più recenti, sono lì a darne testimonianza; il soggetto coinvolto è stato si eletto dal popolo ma, senza nessun serio contrappeso volto a determinarne la decadenza dal mandato, ha di fatto consentito, a questo signore, di conservare la propria carica pur trovandosi agli arresti domiciliari. Oggi, invece, è a tale possibile alterazione dei valori democratici che dovrebbe dare risposta chi plaude, senza alcuna incertezza, alla libertà di azione rivendicando persino, con fantasiosa allocuzione, una sorta di «autonomia delle autonomie» quale metro regolatore dei rapporti tra poteri monocratici.

Giovanni Clementel

* pubblicato sul giornale L’Adige il 16 ottobre 2023

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