Il 17 febbraio 2024 presso la Sala del Palazzo della Regione di Trento, per iniziativa dei comitati NoTav di Trento, si è svolto il convegno intitolato “La bonifica delle aree inquinate di Trento Nord”.
L’attivista del gruppo territoriale di Trento Renata Righi ha predisposto il seguente resoconto sugli interventi che si sono succeduti nel corso del convegno:
Una folta rappresentanza di attivisti del M5S Trentino era in prima fila ieri per partecipare all’atteso convegno organizzato, in modo come sempre impeccabile, dai comitati NO TAV.
Introduce e modera l’assemblea la presidente dei comitati Tiziana Gatto riferendo una frase di una persona legata alle istituzioni: “Ci penserà il tempo a realizzare nuovi equilibri in città” Commenta poi :“Come se il nuovo equilibrio ambientale di Trento dovesse arrivare da un automatismo della storia, confermando che l’opera sarà utile per noi, invece io penso che la storia la facciamo noi. Quindi l’invito è ad informarsi in prima persona e a partecipare ai lavori di questo convegno.”
Interviene l’ing. Gianfranco Poliandri, esperto di diritto ambientale.
La realizzazione del bypass è propedeutica all’interramento della ferrovia. Si profila un vero e proprio vortice di speculazioni edilizie che svuoteranno il centro storico e renderanno la città un enorme cantiere per molti anni.
Servono alleanze e sinergie dei cittadini per combattere questo sconsiderato progetto, di una città surreale priva di una visione di insieme che perderà irrimediabilmente la sua identità di bella cittadina rinascimentale.
Dopo 45 anni di inerzia da parte delle varie amministrazioni, ci si accorge delle estese aree inquinate nello scalo Filzi nei terreni fino al 1978 occupati dalle fabbriche SLOI e CARBOCHIMICA. In vista della costruzione del bypass si accelera il progetto di bonifica, ma si procede per stralci non tenendo conto che il progetto deve essere unitario, altrimenti l’inquinamento finisce per spostarsi tra i vari cantieri. Provincia e Comune si dichiarano incompetenti, però sono oggettivamente interessati e devono occuparsi del disinquinamento del SIN di Trento Nord. (n.d.r SIN, acronimo di sito di interesse nazionale, è un’area contaminata molto estesa, classificata come pericolosa dallo Stato Italiano e che necessita di interventi di bonifica del suolo, del sottosuolo e/o delle acque superficiali e sotterranee per evitare danni ambientali e sanitari).
Le bonifiche, secondo gli amministratori, sono necessarie solo nelle zone interessate dai cantieri, però ammettono pure, senza coerenza, che i lavori obbligano ad una bonifica totale.
I comitati no tav chiedono che si seguano dei punti irrinunciabili: la classificazione SIN deve essere estesa a tutte le zone inquinate, chiedono il blocco dei cantieri a Trento Nord come a Trento Sud. Ci si potrà rivalere sui proprietari dei terreni, solo dopo la bonifica, non prima. E’ essenziale che il valore sia definito non in sede di espropriazione preventiva, perché ciò potrebbe premiare in termini economici l’inerzia dei proprietari che non hanno fato nulla. Nelle situazioni di inquinamento grave, i proprietari potrebbero cedere i terreni gratuitamente, ma non tutte le aree inquinate sono classificate come SIN. Le procedure giuridiche del codice dell’ambiente sono molto rigide e prevedono obbligatorie indagini e analisi di rischio specifiche, che sono molto difficili da eludere.
Elio Bonfanti inizia la sua esposizione criticando la lettera di risposta del sindaco pubblicata su L’Adige del 16 febbraio: non dice nulla di nuovo, non conosce il progetto, ignora che è previsto un PES (n.d.r. PES sta per Persona Esperta con istruzione, conoscenza ed esperienza tali da permetterle di analizzare i rischi e di evitare i pericoli derivati dall’elettricità).
Il luogo della bonifica deve essere aperto, per permettere l’evacuazione delle persone in caso di pericolo, ma coperto con enormi teloni che impediscano la fuoriuscita di esalazioni.
Il bypass passa per delle aree che devono essere espropriate solo dopo essere state bonificate completamente.
Inoltre il sindaco ignora che la galleria progettata centra in pieno la paleofrana. Come ha scritto l’avv. Marco Cianci: Siamo di fronte ad un reato, che può essere configurato tra il dolo e la colpa cosciente. Per quanto riguarda i costi, servono 45/50 miliardi di euro per realizzare le opere fantasiose del sindaco.. Non ci sono soldi, tanto meno per il successivo interramento della ferrovia, per il quale sono previsti ulteriori 500 milioni. La mobilitazione popolare ha lo scopo di scongiurare un disastro ambientale irreparabile e certo. Il relatore fa un breve excursus storico delle fabbriche in questione: dall’arrivo della Sloi a Trento nel 1940 per dare carburanti all’aeroporto Caproni in tempo di guerra, alla chiusura della fabbrica in luglio 1978, seguita 8/9 anni dopo dalla chiusura della Carbochimica. In questi anni ha inizio una grossa speculazione immobiliare, che interessa i grandi imprenditori e il politico Mario Malossini che viene arrestato. E’ quindi condannato per aver pattuito ”l’acquisizione dei terreni delle Chimiche Trentine da parte della Provincia ad un prezzo superiore a quello di mercato” in cambio della concessione gratuita della villa di Torbole di proprietà di Maria Grazia Stefenelli, padrona delle Chimiche Trentine.
Le vicende che interessano i terreni di Trento Nord destinano le aree più inquinate dell’Europa a sviluppo urbano. Il progetto di sviluppo della città di Trento è influenzato dalla rendita, dal business, dal tenere alto il prezzo delle unità immobiliari, a vantaggio dei ricchi e a svantaggio dei poveri, esattamente quello che è successo al nuovo quartiere della Albere dove dal 2008 rimangono invenduti 800 appartamenti, dati i costi troppo alti per il ceto medio-basso. E’ stata disattesa la legge che impone l’obbligo di disinquinare al Comune e alla Provincia, per poi rivalersi sui proprietari. Quei terreni neppure dopo la bonifica potranno essere utilizzati a fini residenziali o di parchi pubblici, ma solo per attività industriali.
Per merito dei comitati NO TAV ora ci sono 12 ettari di terreni inquinati sequestrati dalla Magistratura, che attendono solo una procedura di bonifica integrale, una priorità che la città aspetta da 45 anni, con l’aggravante che ora l’inquinamento si è esteso alle rogge nei dintorni della rotatoria di Nassyria, a via Lavisotto e a Cristo Re, interessando anche i terreni in prossimità delle scuole.
Interviene l’ing Geat presidente della circoscrizione di centro storico e Piedicastello, smascherando le bugie del sindaco: la costruzione del bypass prevede l’espropriazione dei terreni che prima però devono essere bonificati, con tempi lunghissimi, come è successo a Fidenza dove dopo 20 anni i lavori sono ancora in corso. A bypass completato i treni merci, anche quelli che trasportano sostanze pericolose, passeranno ancora in città transitando a ben 100 Km all’ora contro i 60 Km odierni, con gravi pericoli (vedi tragedia di Viareggio) allora qual è il vantaggio? I lavori di disinquinamento devono essere fatti in “ambiente confinato”, quindi prevedono una tensostruttura gigantesca, non un gabbiotto raffazzonato come quello usato per tentare di disinquinare la roggia nei pressi dei supermercati ALDI , dove i lavori non sono certo stati eseguiti a regola d’arte, data la puzza che esala dalle parancole estratte dalla profondità del terreno.
Interviene poi Moreno Marighetti del Comitato di Roncafort, ricordando i morti della Sloi, manifesta la preoccupazione del quartiere per la superficialità con cui l’amministrazione tratta il problema. La comunità deve riappropriarsi del diritto di tutelare la salute e il benessere dei cittadini, senza delegarlo all’ente pubblico che manifesta solo intenti speculativi.
Altro intervento dell’ ingegnere meccanico del Comitato Mobilità Sostenibile.Il 22 febbraio si riunirà il comitato scientifico dell’ Osservatorio e dovrà rendere pubblici gli esiti delle analisi dei sondaggi effettuati sui terreni inquinati. E’ penoso che i cittadini debbano fare tanta fatica per conoscere i dati di quest’opera. Si chiede inutilmente una moratoria dei lavori, o perlomeno lo spostamento dell’imbocco della galleria a Nord per non interessare le aree inquinate, ma condividono parimenti l’impellenza di una bonifica integrale.
L’ingegner Zadra del Comitato “La Rete dei cittadini” afferma che non c’è una coscienza diffusa tra la popolazione (n.d.r: forse per acquiescenza o rassegnazione ?). Afferma che il Sindaco ha risposto con falsità, con un’ accozzaglia di slogan mescolando vari aspetti generici, allo scopo di tener buoni i cittadini, ma dimostrando di non conoscere per nulla il progetto.
Paolo Santolini, Rappresentante del gruppo territoriale del M5S : “Siamo vicini ai comitati no tav, abbiamo costretto il sindaco a rispondere alla nostra lettera aperta sul giornale. Da abitante di Mattarello, sono amareggiato dalla devastazione ambientale causata da questi lavori assurdi.”
Vincenzo Calì: Il progetto è tutto sbagliato, tutto da rifare! Non c’è una visione della città del futuro in questi assurdi progetti. C’è da togliere il traffico davanti al Castello, da ristrutturare l’edificio che ospitava la questura, ma la cittadinanza non è sensibile e non si mobilita. Il sindaco parla di messa in sicurezza non di bonifica, con i metalli pesanti presenti nel terreno, si deve agire con una bonifica integrale, non temporanea..
Mauro Longo del Comitato di Roncafort Attiva: serve che la popolazione acquisisca consapevolezza, perché la cittadinanza non è coinvolta, la gente deve scendere in piazza a difesa del suo territorio. IL 7 marzo organizzeremo una serata di approfondimento rivolta ai genitori dei bambini che frequentano le scuole nelle zone inquinate per renderli consapevoli dei rischi che soprattutto loro possono correre. Tutti dobbiamo riappropriarci di un problema che non è delle istituzioni ma della comunità. Questo progetto del bypass è stato approvato in modo semplificato, al fine di ottenere il finanziamento del PNRR, ora che è stato escluso il finanziamento da parte dell’Europa, ci si chiede se è possibile ridiscutere il progetto.
Marcella Concli di Mattarello Attiva :Dicono che quest’opera è necessaria per collegare il nostro territorio con l’ Europa ed il Sud Italia, ma il tratto progettato insiste su pochi chilometri che non collegano il territorio né con il Nord né con il Sud. Che senso ha allora devastare il nostro territorio spendendo miliardi di euro inutilmente per creare un tratto avulso dal restante dell’opera? Affronta poi la questione del depuratore di Trento 3 ai Murazzi: è stato fatto un enorme canale di 4 metri che, fatalità, prima ancora di essere aperto, dovrà essere spostato perché lì è previsto il passaggio dei nuovi binari del treno. Questo per denunciare che non c’è programmazione delle opere da parte degli enti pubblici che spendono milioni di euro dei cittadini per lavori sbagliati ed assurdi.
Nel pomeriggio dopo le 2.00 apre i lavori Claudio della Volpe, Associato di Chimica Fisica Applicata dal 2014 presso il Dipartimento di Ingegneria Civile Ambientale e Meccanica dell’Università di Trento.
Invita ad un minuto di raccoglimento per ricordare gli operai deceduti per i veleni della Sloi. Spiega che erano 4 i centri in Italia per la lavorazione del piombo tetraetile, tra cui Fidenza in provincia di Parma, dove hanno iniziato la bonifica dei terreni nel 2003 e non è stata ancora completata del tutto, tanto che non si potrà più abitare in quella zona. Il piombo rappresenta una minaccia in caso ci sia una dispersione in falda o in atmosfera. La bonifica di tipo fisico-chimico prevede il trasporto dei terreni in discariche speciali. Altra tecnica è coprire il terreno con capping in cemento armato, ma non risolve il problema. I costi della bonifica a Fidenza sono stati di 5000 euro al metro cubo. Altra tecnica prevede l’uso di fitostabilizzanti, cioè di piante che assorbono i veleni; sono procedure che devono essere supportate da ricerche, si va ad agire sul terreno in situ senza trasportarlo.
Quindi la biologa Chiara Segalla conferma che l’ipotesi più percorribile è la bonifica fisico-chimica, quella che preleva i terreni e li sottopone a trattamenti con solventi oppure ad un processo di trattamento termico a 1000° C. In questo modo il suolo si pietrifica e gli inquinanti, vetrificati, possono essere asportati. Essendo la zona da bonificare estesa per 16 ettari, i costi sono elevatissimi. A Fidenza hanno trattato 40.000 tonnellate di suolo e non milioni di tonnellate come sarebbe nel nostro caso. Esistono ipotesi alternative di bio-bonifica ma si tratta di opzioni ancora allo stadio sperimentale.
La parola passa quindi ai medici: interviene per primo il dr. Cappelletti presidente provinciale di “ISDE,, medici per l’ambiente. La situazione della zona inquinata è critica per la presenza di patologie tumorali tra gli abitanti. Si nota una crescita dei tumori anche sotto i 50 anni e difficoltà di apprendimento e dello spettro autistico tra i bambini. Sono ben 101 le sostanze tossiche con cui conviviamo ( metalli, pesticidi). Un pericolo da non sottovalutare è l’alluminio contenuto nelle montagne che se vengono scavate viene immesso nell’ambiente.
Quindi interviene il dr. Bortolotti, neurologo dell’Ordine dei medici. La zona di Trento Nord è sotto osservazione sin dal 2023 per monitorare i danni sulla salute a causa dei siti inquinati presenti dato che si è evidenziata una maggior incidenza di malattie neurologiche. Non ci sono dei limiti sotto i quali non ci sono danni per la salute, perché anche valori sotto soglia possono causare danni. Si potrebbero fare dei monitoraggi non invasivi prelevando semplicemente dei capelli da analizzare. Per la prevenzione è importante la trasparenza dell’informazione. Ricorda che il proponente dell’opera deve elaborare lo studio VIS (valutatore del rischio ambientale e sulla salute dei cittadini)creando un gruppo di esperti in cui dovranno essere incluse le figure dell’epidemiologo e del tossicologo.
I medici chiudono il loro prezioso contributo al convegno ricordando l’art.32 della Costituzione: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”.
A seguire vari interessanti interventi da parte del pubblico presente.
Quindi il Convegno si chiude alle 16.30.
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