Nel lontano 3 novembre 2016 durante la Commissione congiunta Ambiente ed Urbanistica cosi i tecnici comunali e provinciali si esprimevano:
“La PAT non ha mai avuto l’incarico di studiare la frana per cui non può entrare ulteriormente nel merito e la responsabilità di questa scelta è peraltro della dirigenza precedente.”, “Spetta al tecnico geologo di Sativa fare lo studio della stessa”. “Non è mai stata commissionato uno studio sulla frana alla PAT, abbiamo solo alcuni dati degli inclinometri che ci permettono di dare dei pareri in merito all’opportunità di posizionare materiale di riporto al piede ma non vi è ad oggi alcun calcolo in merito”. Se la frana viene giù “non c’è pericolo per le persone!”.
Il tecnico provinciale ha suggerito una soluzione con, peraltro, tempi di realizzazione di 13/20 anni che, permetteteci, lascia delle ombre e molti dubbi sull’effettiva pericolosità di questa frana se di frana possiamo parlare. Sembra quasi che la frana sia presa come giustificazione per far proseguire i lavori di riempimento della discarica ma in fondo ci si domanda il perché di tale modo di esporre le cose quando basterebbe dire si fa perché lo vogliamo fare punto.
Ebbene il vaso è colmo adesso pretendiamo delle risposte certe dall’Assessore sull’esistenza o meno della frana e non dovranno essere le sue parole ma perizie geologico/geotecniche rese pubbliche che ne attestino lo stato. Cosi come pretendiamo chiarezza su come si possa confondere la messa in sicurezza permanente alla stregua della bonifica quando un tribunale chiaramente intimò la bonifica.
Andrea Maschio
Paolo Negroni