Il classico adagio “tutto fumo, niente arrosto” è il modo migliore per sintetizzare la serata pubblica sulla funivia del Bondone di giovedì 2 febbraio. Una serata che sarebbe dovuta servire a intavolare un discorso con la cittadinanza, intervenuta in modo massiccio, e che avrebbe dovuto quindi portare dati, numeri, tabelle, proposte, spiegazioni. Ma le aspettative, nostre e dei presenti, sono state tristemente disattese. Nessuno dei relatori, dal sindaco all’assessore Stanchina al consigliere Maestranzi, fresco di delega sul Bondone, ha saputo entrare nel merito della questione e l’incontro è servito solo a snocciolare una serie disordinata di ipotesi superficiali.
Eppure gli elementi da portare in discussione non mancavano, le proposte progettuali presentate nel corso dei decenni sulla funivia Trento-Bondone sono state numerose: si sarebbe potuti partire da qui, dai dati storici, per illustrare i nuovi progetti che l’amministrazione ha in serbo. La discussione è servita invece a elencare cose che si sapevano già, senza fornire alcuna idea programmatica sui temi principali: sul rapporto fra Trento e la sua montagna e sul fantomatico “dossier” a cui è stato fatto riferimento in questi mesi dall’assessore provinciale Gilmozzi e dal consigliere Maestranzi. Nessuna parola è stata spesa, ad esempio, sulla stazione di partenza e su quelle intermedie, quante saranno e dove; se l’impianto sarà affidato a una società pubblica, a Trento Funivie, o a una società a capitale misto pubblico-privato; quali saranno i costi di realizzazione e quelli di gestione, la sostenibilità e quindi le tariffe, per turisti e residenti; i tempi di costruzione stimati… niente di tutto ciò, nessun elemento in più è stato dato ai cittadini. I pochi dati prospettati da Maestranzi – 30 milioni di euro per la costruzione e 1,5 milioni di euro per la gestione – sono stati perfino smentiti da Stanchina.
Ci pare decisamente troppo poco, considerando che un intero anno è stato letteralmente sprecato a non far nulla e che dallo scorso ottobre c’è un consigliere delegato ad occuparsi del progetto. Ad oggi non sappiamo nulla di concreto, salvo i costanti annunci sui giornali, non sappiamo quali saranno i prossimi step, ma entro una settimana tutti i documenti dovrebbero essere pubblicati e messi a disposizione della cittadinanza, come previsto grazie al nostro ordine del giorno approvato l’11 gennaio scorso.
Temiamo che il rilancio del Monte Bondone, strettamente legato alla realizzazione della stessa funivia, come ha dichiarato anche Maestranzi, resti anche questa volta uno sterile ritornello elettorale. A nostro avviso il dibattito sulla montagna di Trento merita più rispetto e trasparenza. Questo perlomeno è il nostro obiettivo: proprio in queste ore stiamo depositando un’interrogazione, per chiedere alla Giunta se sia in possesso di tutti le ipotesi progettuali, gli studi e i piani menzionati insistentemente dagli organi di stampa e se intenda pubblicarli, tenendo fede all’impegno di avviare una fase di istruttoria pubblica che consenta una scelta realmente informata e condivisa sul progetto funivia città-Bondone.
Andrea Maschio
Marco Santini
Paolo Negroni
Consiglieri comunali M5S Trento
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INTERROGAZIONE ATTUAZIONE ORDINE DEL GIORNO SU ISTRUTTORIA PUBBLICA PER LA REALIZZAZIONE DELLA FUNITIA DEL MONTE BONDONE
Premesso che
la funivia città di Trento – Monte Bondone è un’opera di cui si parla da almeno un secolo come testimonia l’opera dello scrittore locale Antonio Pranzelores «Guida di Trento colla funivia di Sardagna-Monte Corno» ma non è mai stata realizzata. Nonostante un dibattito che ha coinvolto generazioni di trentini e innumerevoli appelli di amministratori, personaggi locali e cittadini di ogni rango la politica non ha mai dimostrato un vero e genuino interesse ad approfondire la questione e giungere a una decisione condivisa con la comunità. Evocativo fu il titolo dell’intervento di Graziano Riccadonna in occasione del compimento dei 90 anni dell’idea progettuale che mai è stata realizzata («La funivia, il sogno compie novantanni» di G.R. – Trentino, 4 agosto 2015);
in un recente intervento sulla stampa locale, lo storico Luigi Sardi ricorda come già dopo la II Guerra Mondiale, nel marzo del 1946, si cominciò nuovamente a discutere sull’interesse turistico del Bondone come patrimonio da sfruttare in tutte le sue complesse, rare e varie capacità, sula possibilità di collegarlo con un mezzo rapidissimo alla città e di costruire un’attrezzatura complementare a quella della città con grandi ristoranti, impianti di sciovie e strade («Rilancio del Bondone. Settant’anni di progetti e chiacchiere» di Luigi Sardi – 11 luglio 2016)
l’albergatore e bondonero storico Antonio Toni Zanella nell’autunno 2016 sollecitava pubblicamente l’amministrazione a procedere con la costruzione del grande impianto per dare un impulso all’economia turistica locale (Turismo, opera fondamentale. Ora serve la funivia Trento-Bondone – L’Adige, 20 ottobre 2016);
il 24 ottobre 2016 il consigliere delegato alle questioni relative al monte Bondone Maestranzi dichiarava alla stampa locale: “Voglio portare il dossier ‘funivia’ in Consiglio comunale. E’ arrivata l’ora di esprimersi e di dire se l’impianto per il Bondone lo vogliamo oppure no” (“Grande impianto, è ora di decidere” di F.G – L’Adige, 24 ottobre 2016). Unitamente alle dichiarazioni del consigliere delegato veniva pubblicato un articolo in cui si riportavano scenari alternativi ed elementi relativi alle diverse ipotesi progettuali. L’ipotesi più accreditata sembrava essere quella di costruire tre tronchi con stazioni intermedie a Sardagna e Vaneze (Opera da 60 milioni compresi i servizi di F.G. – L’Adige, 24 ottobre 2016);
le proposte progettuali presentate nel corso dei decenni sono state numerose come ricorda Mauro Lando nel “Dizionario dei fatti, dei personaggi e delle storie del Trentino”. Dapprima si considerarono quattro alternative per il collegamento con partenza: da Ravina, dal centro della città, da Sopramonte o dalla Destra Adige. Negli anni Ottanta fu presentato uno studio di fattibilità promosso da Camera di Commericio e Unione commercio e turismo che portò alla costituzione della società Trento-Bondone con Ito del Favero presidente e Gino Lunelli vice ma che non fu realizzato. Negli anni Duemila fu invece il Comune di Trento a commissionare uno studio alla società Montecno per collegare Trento a Vanezze (“Grande impianto, un sogno iniziato ormai cent’anni fa” di A.S. – Trentino, 25 ottobre 2016);
nell’ottobre 2016, nell’ambito dello studio Economia e lavoro del PATT è stato presentato il progetto a firma dell’economista Gabriele Gattozzi che prevede la costruzione di un’opera da 30 milioni con costi di gestione equivalenti a 300 mila euro annui per il personale e la manutenzione e scenari di fatturato annuo che vanno da 1,8 milioni a quasi 3 milioni in funzione del numero di passaggi medi giornalieri (da 288 a 360);
in un’intervista alla stampa locale l’assessore alle infrastrutture della Provincia autonoma di Trento Mauro Gilmozzi dichiarava che “è possibile fare la funivia”, che “ci sono anche degli interessi privati” ma solo a certe condizioni e che “ora è necessario scegliere su come organizzare l’interscambio tra stazione ferroviaria, stazione delle corriere, funivia e parcheggi”. Tale scelta dipenderebbe dal Comune di Trento: “La disponibilità è legata a certe condizioni e alla pianificazione di ex Sit e Italcementi. Noi le idee le abbiamo, Palazzo Thun chiarisca le sue” (Il caso della settimana. «Funivia, i privati ci sono ma il Comune ora decida» di C.B. – Trentino, 29 ottobre 2016). Dallo stesso articolo emergeva che l’amministratore delegato di Trento Funivie Fulvio Rigotti stava preparando un dossier sull’impianto per collegare la città al Bondone su richiesta del sindaco Andreatta;
l’articolo 22 dello Statuto comunale stabilisce che nei procedimenti amministrativi concernenti la formazione di atti normativi o amministrativi di carattere generale, l’adozione del provvedimento finale può essere preceduta da istruttoria pubblica quale occasione di confronto, verifica, acquisizione di elementi utili;
il titolo III del regolamento comunale sugli istituti di partecipazione (artt. da 40 a 43) prevede che:
– l’istruttoria pubblica viene indetta con deliberazione del Consiglio comunale da adottarsi a maggioranza dei Consiglieri assegnati su proposta della Giunta comunale, di almeno tre Consigli circoscrizionali o per determinazione dello stesso Consiglio comunale e che in coincidenza della convocazione della stessa viene data adeguata pubblicità mediante pubblicazione di avviso a stampa presso tutte le Circoscrizioni, oltre che a mezzo dei principali strumenti d’informazione;
– di ogni seduta dell’istruttoria, alla quale possono partecipare alle sedute dell’istruttoria, oltre ai cittadini, i portatori di interessi pubblici o privati e i portatori di interessi diffusi, costituiti in associazioni o comitati, per esporre oralmente le proprie valutazioni o presentare memorie, viene redatto un verbale;
– il Consiglio comunale valuta le risultanze dell’istruttoria pubblica in sede di adozione degli atti di competenza. Negli atti che esprimono le decisioni del Consiglio comunale in merito alle questioni oggetto dell’istruttoria pubblica deve essere fatto espresso riferimento ai contenuti emersi nel corso delle udienze. Nelle decisioni del Consiglio comunale devono altresì essere chiaramente indicate eventuali ragioni di dissenso o contrarietà rispetto alle risultanze dell’istruttoria medesima.
in data 11 gennaio 2017, con l’approvazione della proposta di ordine del giorno 401/2016, il Consiglio comunale ha ritenuto che, in questa fase del dibattito, l’istituto dell’istruttoria pubblica sia lo strumento più adeguato per favorire un reale coinvolgimento della cittadinanza e della società civile e per garantire un percorso trasparente per valutare le opportunità e le criticità dell’opera in vista di un processo decisionale conclusivo in ordine alla realizzazione di un’opera con un potenziale e rilevante impatto strategico
il dispostivo della proposta approvata l’11 gennaio 2017 prevede i seguenti impegni:
1. predisporre una sezione del sito del Comune di Trento nella quale pubblicare studi, analisi, piani economico-finanziari e progetti nella disponibilità dell’amministrazione comunale – dai più storici ai più recenti – al fine di consentire la piena consultazione degli stessi e informare la cittadinanza sul tema specifico della funivia città-Monte Bondone entro 30 giorni dall’approvazione della richiesta in oggetto;
2. di avviare la procedura per la convocazione di un’istruttoria pubblica ai sensi dell’art. 22 dello Statuto e del regolamento sugli istituti di partecipazione popolare del Comune di Trento, l’indizione dell’istruttoria avrà luogo, su indicazione del Presidente del Consiglio comunale, al termine del percorso di predisposizione ed acquisizione di dati e progetti attualmente in corso e comunque prima all’avvio del dibattito politico ed amministrativo all’interno delle Commissioni competenti, il quale inizierà solo dopo la pubblicazione degli atti relativi all’istruttoria;
dal novembre 2016 ad oggi, anche dopo l’approvazione della suddetta proposta di ordine del giorno, gli annunci dei rappresentanti istituzionali del Comune di Trento sugli organi di stampa si sono susseguiti ininterrottamente promettendo di rendere pubblico il piano sulla funivia del Bondone nei primi giorni del 2017 e dando per certa la realizzazione dell’opera. In particolare si citano le dichiarazioni di Maestranzi postume all’approvazione dell’ordine del giorno:
– “Il piano per il Bondone partirà dalla funivia. Un’equipe studierà le strategie di rilancio. Privati pronti a salire sul grande impianto. Gestirla costerà come la piscina… []”
(Il Piano per il Bondone partirà dalla funivia di F.G. – L’Adige, 18 gennaio 2017);
– “questo impianto (ndr la funivia) sarebbe uno dei pochi investimenti che l’ente pubblico potrebbe fare per rilanciare il proprio territorio, generando posti di lavoro… la proposta dei privati arriverà nell’ambito del business plan della funivia … il modello è Innsbruck, una funivia con due chilometri di tratta in galleria, costata 54 milioni e con un apporto economico privato di un terzo del totale … I loro bilanci sono sempre in attivo, si prospetta un costo di gestione di circa 1,5 milioni l’anno… []”
(«Bondone, modello Insbruck per la funivia» di M.G. – Corriere del Trentino, 28 gennaio 2017);
– “Fare una gara (ndr per il masterplan del rilancio del Bondone) significa impiegare un anno solo per affidare il lavoro e per noi è un tempo troppo lungo, anche perché dallo studio dovranno uscire idee che impongono anche modifiche al piano regolatore e quindi sarà un lavoro che dovrà anticipare l’elaborazione del prg” («Voglio poter scegliere i consulenti» di F.G. – L’Adige, 31 gennaio 2017);
per chiedere alla Giunta se
se sia in possesso di tutti le ipotesi progettuali, gli studi e i piani citati nelle premesse e se intenda pubblicarli nelle modalità e nei tempi previsti dal punto 1) del dispositivo della proposta di ordine del giorno 160/2016 approvata l’11 gennaio 2017;
se il dossier a cui è stato fatto ripetutamente riferimento sulla stampa contenga ulteriori documenti per consentire l’adeguato avvio dell’istruttoria pubblica, ai sensi dell’art. 22 dello Statuto e degli artt. 40-43 del Regolamento sugli istituti di partecipazione popolare, e un processo decisionale trasparante sul progetto funivia città-Bondone;