Lettera di Giulia Bortolotti al Sindaco di Trento Ianeselli pubblicata dal quotidiano l’Adige in data 30/12/2024
Mobilità insostenibile, le colpe della Giunta
Che la mobilità sostenibile sia un obiettivo desiderabile, in una città come Trento ormai invasa dal traffico, è evidente a tutti. Che siamo lontani dal raggiungimento dell’obiettivo lo è altrettanto a tutti quelli che non hanno la fortuna di abitare in centro e di poter fare a meno di spostarsi a piedi o in bici.
Il sindaco Franco Ianeselli deve avere intuito che qualcosa è andato storto in questa consiliatura e si affanna a giustificare le sue scelte in una lettera al giornale, come se non bastassero le tonnellate di post e storie social con cui quotidianamente esalta la propria azione politica (assieme alla sua persona…).
La consiliatura che si chiude è costellata di buoni propositi, ma i risultati sono spesso antitetici rispetto a quanto sbandierato nei programmi elettorali.
Solo per fare un esempio, si era proposta con grande enfasi l’idea del tram, che avrebbe dovuto collegare Lavis a Trento lungo via Brennero, da realizzare in un paio d’anni e ormai finita nel dimenticatoio. E mentre si vantava la volontà di creare una città “dei 15 minuti”, con servizi diffusi sul territorio, nella realtà dei fatti si sono chiusi gli sportelli dell’anagrafe nelle Circoscrizioni, quando non si sono chiuse pure le Circoscrizioni stesse, costringendo le persone a spostarsi pure per i servizi comunali.
Una mobilità sostenibile va realizzata all’interno di un progetto organico, e a questo servirebbe il “Pums”, ovvero il piano della mobilità sostenibile approvato dal Comune. Il punto è che per realizzarlo si è partiti dal fondo: si sono aumentati in modo esagerato i prezzi dei parcheggi, che sono stati allontanati dal centro (ha un bel dire il sindaco, che sono aumentati i posti! Sono aumentati all’area ex Italcementi, provi lui a fare quel tratto a piedi per arrivare in piazza Duomo, magari a una certa età!); si sono ristrette corsie per fare spazio alle ciclabili, come in via Grazioli, creando colonne lunghissime e bloccando il traffico in una zona nella quale potevano essere pensate soluzioni meno impattanti.
Nel frattempo, mentre il sindaco si vanta di aver implementato la linea tra Lavis e Trento, saltano quotidianamente le corse degli autobus nei sobborghi della città. In alcune zone, il trasporto pubblico viene perfino ridotto volutamente dal Comune, come nel caso di Montevaccino, dove gli autobus sono stati sostituiti da un pullmino privato nemmeno sbarrierato. A Ravina con il primo gennaio la linea dell’autobus 12 sarà soppressa già dalle ore 20.35, per essere sostituita con il servizio privato a chiamata on-off. Per non parlare di altri sobborghi, figli di un dio minore, che il trasporto pubblico non possono nemmeno sognarlo, come Gardolo di Mezzo, o Vigolo Baselga, che deve addirittura fruire del solo trasporto extraurbano per arrivare in città.
Tutti questi cittadini di Trento, che pagano le tasse come quelli che abitano in centro, non hanno alternative all’auto privata per raggiungere la città e devono affrontare quotidianamente code, rischiare multe e pagare parcheggi salatissimi andando a contribuire loro malgrado all’aumento del traffico.
Bisogna cambiare la prospettiva: prima si devono dare servizi alternativi, dal trasporto pubblico a parcheggi di attestamento esterni alla città, solo dopo si può disincentivare l’uso del mezzo privato. Si è fatto l’esatto contrario e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Giulia Bortolotti
Candidata sindaco per Onda, Movimento 5 Stelle e Rifondazione Comunista