La politica trentina: quando l’interesse privato oscura il bene comune

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Il Trentino, terra spesso celebrata per la sua efficienza amministrativa e il radicamento di valori comunitari, non è immune a un male che affligge la politica a ogni latitudine: l’infezione dell’interesse privato nelle dinamiche pubbliche. Gli arresti di queste ore minano ancor più la fiducia dei trentini che un tempo riponevano nelle istituzioni locali. Oggi si sentono smarriti e scandalizzati di fronte a comportamenti che tradiscono il mandato elettorale e il principio di servizio al bene comune. Quando gli amministratori dimenticano la propria responsabilità verso i cittadini per piegarsi alle logiche del profitto personale o agli interessi di pochi privilegiati, l’effetto è devastante. Ogni scelta politica che privilegia favoritismi, clientele o accordi sottobanco crea una frattura con la comunità, che si sente tradita. Le promesse elettorali di trasparenza e partecipazione si svuotano di significato, lasciando spazio a un clima di disillusione e sfiducia.

Il cittadino, già provato da complessità amministrative e una crescente distanza dalle istituzioni, vede nei comportamenti dei suoi rappresentanti una contraddizione insanabile: da un lato si predica l’interesse collettivo, dall’altro si agisce in modo da favorire pochi, spesso a discapito della comunità intera. È così che si alimenta una spirale pericolosa di disaffezione politica, dove il senso di impotenza spinge sempre più persone a rinunciare alla partecipazione democratica. La politica, anziché essere uno strumento per la crescita sociale, diventa in questi casi sinonimo di opacità e malaffare, con conseguenze che vanno ben oltre l’economia. Il danno è anche culturale: le nuove generazioni crescono in un contesto in cui l’etica pubblica viene percepita come un ideale vuoto, lontano dalla realtà. Il rischio è quello di un ulteriore indebolimento del tessuto democratico, che necessita invece di partecipazione e fiducia per prosperare. I rappresentanti eletti devono comprendere che la loro responsabilità va oltre l’amministrazione quotidiana: essi sono i custodi di un patto sociale che si basa su fiducia, trasparenza e rispetto per il bene comune. Ogni volta che questo patto viene violato, la credibilità delle istituzioni ne esce compromessa, avvicinando la politica trentina a dinamiche più prossime al malcostume che alla buona governance.

Per riconquistare la fiducia dei cittadini, è necessario un cambiamento radicale. Servono politiche che mettano realmente al centro la partecipazione della comunità, con meccanismi trasparenti di controllo e decisione. È fondamentale un impegno autentico per contrastare ogni tentativo di infiltrazione di interessi privati nelle decisioni pubbliche, affiancato da un’educazione civica che restituisca valore alla politica come strumento di progresso collettivo. La lotta per una politica trasparente e orientata al bene comune richiede impegno, coraggio e determinazione, come dimostrati dai consiglieri del M5s durante il mandato provinciale nella XVI consiliatura. Molteplici le interrogazioni puntuali e dettagliate presentate in particolare da Alex Marini, incentrate sui rischi di illeciti nel settore immobiliare e del ciclo del cemento. In particolare va ricordato il Disegno di legge n. 26/XVI “Istituzione di un osservatorio per il contrasto alla criminalità organizzata e la promozione della cultura della legalità” (Marini-Nicolini) all’epoca purtroppo sospeso da SVP e destra trentina. Atti che hanno messo in luce un panorama preoccupante, anche nell’area dell’Alto Garda che oggi trova spazio nei capi di imputazione contestati ma, nonostante l’evidenza degli indizi, la risposta della Giunta provinciale e della politica locale è stata spesso evasiva o inesistente, lasciando irrisolti problemi di primaria importanza. 

Il Movimento 5 Stelle, nonostante le difficoltà e l’inerzia delle istituzioni locali, non si rassegna a questo stato di cose. Continua a lottare con determinazione per promuovere la legalità e favorire buone pratiche nella gestione della cosa pubblica. L’obiettivo resta la difesa degli interessi collettivi, garantendo trasparenza, responsabilità e una politica al servizio dei cittadini, capace di contrastare le infiltrazioni e gli illeciti che minano il bene comune.

Il Trentino, con la sua tradizione di autonomia e senso civico, ha tutte le risorse per dimostrarsi all’altezza di questa sfida. Ma perché ciò avvenga, è essenziale che i politici tornino a essere rappresentanti dei cittadini, e non degli interessi privati. Solo così si potrà arginare il crescente distacco tra la politica e la comunità, ricucendo quel legame di fiducia indispensabile per un futuro migliore. È tempo di scegliere: servire il bene comune o continuare a scavare un solco tra cittadini e istituzioni. Il Trentino merita di essere un esempio di rinascita, non di disillusione.

Giovanni Clementel per conto del Gruppo Territoriale Movimento 5 Stelle

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