La stabilità che soffoca comuni e imprese


La legge di stabilità del governo Monti – che doveva essere superata dal governo Renzi – aveva lo scopo di fermare la crescita del debito pubblico, ma ha sortito l’effetto contrario, provocando disagi economici ai comuni italiani e soffocando il “made in italy”. Le Amministrazioni locali, in ossequio a questa legge, si sono trovate con dei vincoli, o meglio impedimenti, molto stringenti, perdendo così importanti capacità di spesa, utile per garantire servizi alle comunità e sviluppo del territorio. Il ministro Delrio del governo Renzi aveva “tuonato” l’impellente necessità di svincolare gli investimenti dei Comuni dal patto di stabilità; ma aveva solo tuonato, perché grazie al “fiscal compact”, imponeva il pareggio di bilancio che imbrigliava in una nuova camicia di forza la gestione finanziaria comunale.

Questi vincoli, uniti al patto di Milano e ad una discutibile distribuzione dei fondi da parte della PAT, hanno di fatto tolto l’autonomia  ai comuni trentini, con conseguenti effetti e ripercussioni sul tessuto economico territoriale.
I Comuni sono bloccati nei pagamenti ed a farne le spese sono gli artigiani e piccole imprese locali che rischiano quotidianamente la chiusura di attività, con conseguente impatto sui posti di lavoro. A rimetterci è soprattutto la micro impresa artigiana, quella che risparmia, che paga le tasse, che non si trasferisce fuori dal Trentino; quella che non chiede niente, se non di lavorare.
È urgente intervenire, non solo a livello nazionale, ma anche provinciale.
Il M5S del Trentino ha messo a punto nel programma elettorale, una serie di interventi a più livelli, per ridare forza all’economia del Trentino: il sostegno diretto alle imprese, con la diminuzione della pressione fiscale locale. Un piano di riordino delle competenze amministrative e fiscali di Regione, Provincia, Enti Locali e delle società pubbliche, basato sul reale rapporto costi/benefici, per ridurre gli sprechi e liberare risorse, per sanare il debito pubblico locale, a cominciare da quello contratto con la piccola impresa. Infine, grazie alla democrazia diretta, si intende promuovere un piano degli interventi ordinari e straordinari necessari ai territori e ai bisogni dei cittadini e non più in funzione alle campagne elettorali. Finalmente saranno i cittadini a dare le priorità sulle opere pubbliche in funzione alle proprie necessità.
Basta arredo urbano e restyling di piazze in prossimità delle elezioni!
Al contempo avvieremo un confronto con il governo per rivedere il patto di Milano e per sollecitare la revisione del patto di stabilità, perché è evidente che i nove decimi del gettito fiscale prodotto in Trentino, non è sufficiente per garantire la qualità dei beni e dei servizi pubblici di questa provincia, tra le più estese d’Italia. Non per niente, nella classifica delle province più vivibili, il Trentino è in costante discesa.
Mario D’Alterio
Candidato alle elezioni della Provincia autonoma di Trento 2018