Stare in maggioranza deve aver dato al consigliere Claudio Cia un certo senso di onnipotenza. Presa lettura di una mia recente interrogazione rivolta al presidente Kaswalder riguardo al servizio fornito dal bar della buvette del Consiglio Provinciale, Cia pensa bene di rispondere lui tramite comunicato della sua forza politica. Lo fa equivocando, non so quanto volutamente, le mie posizioni e costruendo un piccolo quadretto ricco di immagini suggestive partorite dalla sua fervida immaginazione. A suo giudizio io mi atteggerei a “moderno moralizzatore” e vorrei far passare il Consiglio provinciale per “una bisca degli anni ’30” (fra l’altro devo ammettere di non avere idea di come fossero le bische in quel periodo… visto che ne parla immagino che Cia ne sia invece edotto).
Come ho già avuto modo di spiegare, anche al consigliere Cia in un messaggio diretto tramite Facebook al quale non ha mai risposto, nelle mie parole non c’era alcun intento moralizzatore, presupposto erroneo sul quale continua a battere imperterrito, stavolta utilizzando il termine “beoni”, che segue al sinonimo, utilizzato sempre da lui, “ubriaconi”.
Sarei anche stufo di spiegarlo ma, visto che c’è chi non capisce lo ribadisco nuovamente: la questione è che non ritengo corretto ci si alzi mentre parlano i colleghi per andare al bar a bere e non considero altresì giusto che ai consiglieri provinciali sia concesso di bere alcolici durante lo svolgimento del loro mandato istituzionale. Per quanto riguarda le scelte personali invece per me una persona fintanto che non fa del male al prossimo può fare ciò che vuole, per cui non mi riconosco proprio nel termine “moralista” che Cia mi appioppa.
Come nota lo stesso Cia, il servizio bar serve anche il personale di Regione e Consiglio provinciale. Ritiene forse ci siano funzionari che vanno a farsi un cicchetto durante l’orario di lavoro? Io finora non ne ho visti, di consiglieri invece sì. Infine 2 parole per rassicurare Cia riguardo alla sua fantasiosa tesi finale: stia tranquillo, il mio ragionamento si estende anche al periodo precedente alle sedute. Se un consigliere andasse a bere prima di presentarsi in Consiglio non sarebbe comunque una bella cosa e naturalmente lo stesso vale per il consumo di droghe leggere. Si tratta di ovvietà, ma visto che Cia equivoca, non capisce, cerca di attribuirmi termini che usa solo lui e si spinge a teorizzare un mio beneplacito inesistente al consumo di droghe da parte dei Consiglieri prima del Consiglio, allora vale la pena di perdere 2 minuti e di rispondergli. Nel suo caso probabilmente non servirà, ma quanto meno si ristabilirà la verità dei fatti rispetto a certe interpretazioni di fantasia che potrebbero finire col confondere qualcuno. Concludo notando che Cia ha scritto molto per interpretare le mie parole ma non ha invece sprecato una sillaba per discutere nel merito della questione sollevata. Una circostanza che mi lascia perplesso… per il consigliere Cia va bene che i suoi colleghi bevano durante le sedute del Consiglio? Che lo dica chiaro invece di giocare a nascondino cambiando le mie parole.
P.S.
Cia su una cosa ha ragione e lo ringrazio per avermela segnalata: per errore nella mia interrogazione ho fatto riferimento alla data del 20/11/2019. Intendevo ovviamente che volevo i dati sul consumo di alcolici alla buvette a partire dal 20/11/2018, cioè dalla prima seduta del Consiglio provinciale. Mi cospargo il capo di cenere e provvedo subito a rimediare con una nuova interrogazione che presenterò al Presidente della Regione.
Alex Marini
Portavoce
Consigliere del MoVimento 5 Stelle in Provincia di Trento