Non si arrestano le manifestazioni pro Palestina contro il genocidio perpetrato a Gaza dal regime sionista di Netanyahu. Nemmeno dopo l’ accordo sul cessate il fuoco di questi giorni. La barbarie di questa assurda guerra si ritoce come un boomerang anche sugli imperialisti, principalmente americani, perchè produce in risposta la ribellione di milioni e milioni di masse popolari.
E’ difficile quest’anno celebrare la giornata della Memoria della Shoah mentre la Corte internazionale di giustizia ordina a Israele di evitare un genocidio a Gaza, mentre sul capo di Netanyahu e di altri due suoi collaboratori pendono mandati di arresto internazionale.
“Dal 7 ottobre, inizio del conflitto fra Hamas e Israele, si è registrato in diversi Stati un netto incremento di episodi di antisemitismo. In Italia, secondo il Viminale, fino al 31 dicembre se ne sono contati 135 (scritte sui muri, striscioni anti-Israele, cori durante cortei , danneggiamenti, imbrattamenti, insulti) con 42 persone denunciate.” Da Avvenire del 26/01/2025.
Il Viminale ha raccolto l’invito delle Comunità ebraiche che chiedevano di evitare di vedere le piazze piene di slogan anti-israeliani proprio nel giorno nel quale si ricorda lo sterminio degli ebrei, ma quelle scene prevedibili, con le bandiere di Israele in fiamme e gli slogan sui muri, sono soltanto rimandate… “Di conseguenza, nelle città dove erano previste manifestazioni (almeno una dozzina: Roma, Milano, Torino, Firenze, Trento, Cagliari, Napoli, Bari e altre), ieri si sono susseguiti gli “inviti” perentori dei questori a rinviarle” (da Avvenire del 26/01/2025 ).
Invece, pur con un imponente servizio d’ordine di polizia antisommossa, a Trento, ieri 25 gennaio, si sono radunate in piazza Duomo più di 200 persone, con accompagnamento di striscioni, cartelli, tamburi, bandiere palestinesi, per manifestare contro il genocidio del popolo palestinese e per denunciare le collaborazioni trentine alle università israeliane. Mentre le vie di Trento risuonano degli slogan scanditi a squarciagola : Free free free Palestine, Palestine will be free…e altri richiami all’orrore che stiamo vivendo, mentre una ragazza in prima fila dietro lo striscione porta in braccio un fagottino avvolto in un lenzuolo bianco, sorge spontaneo l’interrogativo:
“Le vittime sono diventate i carnefici?”
Leggiamo sul volantino della manifestazione: A cosa serve ricordare la Shoah se non muoviamo un dito per impedire un genocidio che si compie sotto i nostri occhi? Perché di genocidio si tratta quando uno Stato deliberatamente massacra un popolo non solo con le bombe ma anche con la fame, la sete, la mancanza di cure, medicinali, bombardando gli ospedali, uccidendo medici e infermieri e cercando di annientarne anche la cultura e la religione distruggendo scuole, università, moschee. A cosa serve leggere Primo Levi se non capiamo che la “zona grigia della collaborazione” ci riguarda in prima persona? Cosa se ne fanno i bambini di Gaza del nostro ipocrita “mai più”?
Quindi il 27 gennaio ci tocca commemorare, con tanta angoscia nel cuore, un giorno della Memoria che non riguarda più solo il passato, ma il presente!
Renata Righi
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