Libertà per Assange!! Questa la frase scandita più volte dai presenti al flash mob che ha avuto luogo nel pomeriggio di sabato 17 febbraio scorso in Piazza Duomo a Trento come in molte altre piazze di tutta Italia.
Julian Assange, giornalista australiano, dal 2019 è recluso nel carcere di Belmarsh a Londra e per 8 anni ha vissuto come un recluso, sempre a Londra, presso l’ambasciata dell’Ecuador che gli aveva concesso, per mezzo del Presidente Rafael Corea, asilo politico. La sede dell’ambasciata ecuadoregna , un piccolo ambiente senza sbocco all’esterno, senza accesso alla luce naturale, al sole ed a cure mediche appropriate. Nel 2019 il governo dell’Ecuador ha revocato l’asilo politico ad Assange che viene arrestato e rinchiuso in carcere.
Martedì 20 febbraio l’Alta Corte di Giustizia britannica si riunirà per pronunciarsi in merito all’istanza d’appello presentata dai legali di Assange contro la sua estradizione negli Stati Uniti dove lo aspettano fino a 175 anni di carcere duro ed una sentenza praticamente già scritta, in virtù di una legge del 1917 (l’Expionage Act) che lo tratta come una spia in tempo di guerra.
La colpa attribuita ad Assange è quella di aver pubblicato materiale che rivelava crimini, compresi quelli di guerra, commessi dagli Stati Uniti in Iraq, Afghanistan ed in altre parti del mondo e di aver messo a disposizione dell’opinione pubblica ben settecentomila documenti utilizzati dalle più grandi testate giornalistiche del mondo, notizie vere , mai contestate, di pubblico interesse e soprattutto depurate di ogni dato che potesse mettere a repentaglio la sicurezza di persone o stati.
Julian Assange è ora in carcere ma chi quei crimini li ha commessi non è stato né giudicato né condannato.
La libertà di parola include il diritto di pubblicare informazioni, anche se sono controverse, scomode o imbarazzanti per le autorità o altre persone.
Svelare crimini di guerra non è un crimine.
Libertà per Julian Assange!
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