Lo spinoso caso di Viale Trento

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Come non leggere con attenzione le parole dell’assessore Graziola quando parla della sicurezza dei ciclisti.
Come non pensare al fatto che la sostituzione degli alberi ne aumenterà il numero.
Fin qui tutto bene. O no?
Il dubbio è che si stia facendo una operazione di prosecuzione di un progetto mai condiviso ma nelle corde della politica valdughiana.
Le stesse parole dell’assessore indicano la volontà di uniformare il lato est con quello ovest.
Nessuna condivisione all’epoca, nessuna ora.
Neppure in campagna elettorale abbiamo sentito particolari attenzioni nei confronti di questo tratto di strada. Non dal punto di vista generale almeno. Abbiamo ascoltato critiche severe riguardo la ciclabile di Corso Bettini ma questa, inspiegabilmente, non ha avuto la stessa attenzione da parte della Giunta. Ciclabile che avrebbe, invece, bisogno di un intervento strutturale serio per metterla in sicurezza in quanto, così come la ciclabile di Viale Trento, è di notevole importanza per la mobilità studentesca e non. Risulta chiaro a tutti che se si avesse una ciclabile meno tortuosa, e a tratti incomprensibile, si avrebbe un effetto positivo sulla tanto attenzionata viabilità cittadina.
Il milione circa che costerà questa operazione, a nostro avviso, non solo è sprecato, ma avrebbe più effetto, a favore della Circoscrizione, se utilizzato per connettere il Brione al centro via ciclabile.
Ma certo, non è questa la critica maggiore.
La tanto sottolineata sicurezza ciclistica non è altro che accarezzare le insofferenze di chi, salito su una automobile, non ha la pazienza, la cortesia e il rispetto per chi si muove con modalità deboli. Siano essi pedoni siano ciclisti.
Del resto, se la “visione” delle ciclabili della giunta è quella della corsia “con albero” disegnata in corso Rosmini siamo seriamente preoccupati per le future scelte.
Dobbiamo cambiare paradigma noi rappresentanti e amministratori prima di chiederlo ai cittadini.
Se veramente la Giunta vuole una città ciclo-pedonale non può obbligare questa modalità di spostamento a tortuosi percorsi e continui stop&go.
Impariamo dai paesi nordici, dove le piste ciclabili hanno la precedenza anche nelle corsie di ingresso dei distributori di carburante. Dove un pedone viene prima del ciclista, che viene prima dell’automobilista.
Il problema non è quindi facilitare l’automobilista a vedere il ciclista, è renderlo partecipe e consapevole che deve fermarsi e guardare quando attraversa una ciclabile, così come deve fare (ma lo si fa?) quando attraversa un passaggio pedonale.
In breve, la ciclabile di Viale
Per arrivare al tema degli alberi, toglierli vuol dire condannare la zona a una insolazione da crema solare totale.
Meglio sarebbe se si procedesse alla sostituzione degli alberi ritenuti pericolosi, pochi, con la loro immediata sostituzione con piante idonee in altezza, in un programma decennale che preservi la doppia fila di piante e che permetta a quelle nuove di mantenere l’ombra di cui la popolazione evidentemente non vuole essere privata.
La domanda è: perche questa Giunta continua a presentare progetti definitivi e non si “piega” all’esposizione delle idee con le modifiche preventive da parte della popolazione?
È appena stata approvata una legge sulla Mobilità provinciale che contiene interessanti passaggi in tal senso.
Visto che lo scrivente è uno degli estensori del ddl popolare, visto che a Rovereto risiedono persone tra le più attive in Italia nel campo della partecipazione, perché non si prende in esame la metodologia applicata con l’aiuto di chi ha studiato ed elaborato proposte accettate anche dal Consiglio Provinciale?
Domande a cui pochi ormai riescono a rispondere. Ma siamo sempre a disposizione.

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MoVimento 5 Stelle – Comune di Rovereto
Portavoce consigliere comunale – Paolo Vergnano