Circa un’ora fa ho rassegnato le mie dimissioni dal Gruppo consiliare del M5S di Trento. Per evitare sgradevoli fraintendimenti, specifico subito che questo non significa che io mi sia dimesso dal M5S. Al contrario, sono e resto l’unica persona che siede in Consiglio provinciale che si può esprimere a nome e per conto del M5S. Paradossalmente sono costretto a dimettermi dal gruppo che fa riferimento al nome e al simbolo del MoVimento a causa della pervicace pretesa da parte della persona che ricopre le vesti di presidente del gruppo consiliare di continuare a farne parte mantenendone pure la guida, a discapito dell’espulsione comminata dal M5S nei suoi confronti, corredata da tanto di interdizione all’utilizzo del simbolo.
Le ragioni che mi hanno dettato questa decisione sono di natura eminentemente pratica: pur avendo investito del problema sia i colleghi che il presidente del Consiglio provinciale, è parso chiaro come non fossero all’orizzonte soluzioni rapide capaci di garantire in tempi brevi l’operatività politico/istituzionale del M5S a livello consiliare. L’unica possibilità prospettata per far valere i nostri diritti è infatti stata quella della causa civile, che come noto però richiede tempistiche lunghe, incompatibili col lavoro che deve essere svolto da una forza politica che voglia essere efficace nella sua attività. Quella della causa civile è una strada che dovrà essere percorsa dal M5S nazionale nei tempi e nelle modalità che riterrà più appropriate, da parte mia invece l’impegno principale è garantire fin da subito l’operatività del M5S trentino a livello istituzionale, da cui la decisione che pur a malincuore mi sono trovato a dover prendere dopo aver consultato i vertici e gli attivisti del MoVimento.
C’è stato chi mi ha chiesto se non potessi rimanere nel gruppo prescindendo dalla persona che si è incatenata mani e piedi alla poltrona di capogruppo. No, non si può, anzi, nei fatti si è già generata una situazione insostenibile. Il signore che è stato espulso dal M5S per aver contribuito a fondare una forza politica avversaria del M5S, sta agendo da tempo per danneggiare in ogni maniera possibile il M5S (lo stesso M5S che, giova ricordarlo, aveva permesso all’individuo in questione di essere eletto per 2 volte in Consiglio provinciale…). Questo significa che nella situazione attuale non siamo rappresentati nell’assemblea dei gruppi e che le risorse e gli spazi che spetterebbero legittimamente a noi sono poste sotto il controllo di una forza politica ostile. Un esempio lampante ne sono le recenti scelte del “capogruppo espulso”, che puntando al danneggiamento diretto del M5S, contro la mia volontà non ha rinnovato il contratto ad uno dei dipendenti del gruppo consiliare di mia fiducia, evidentemente un modo per colpire il M5S punendo i lavoratori ad esso rimasti fedeli.
Di fatto la situazione che si stava vivendo nel gruppo consiliare era quella di una casa occupata da un individuo che pur avendo ricevuto lo sfratto rifiuta di andarsene e anzi pretende di comandare sulle risorse dei proprietari dell’abitazione stessa. Non potendo liberare la casa in tempi brevi abbiamo optato per una soluzione che ci consentisse di continuare a fare il nostro lavoro fin da subito, lasciando ad un secondo momento tutte le azioni necessarie a tutelare nelle sedi opportune il nostro buon nome e i nostri interessi.
In conseguenza delle dimissioni adesso aderirò al gruppo misto ma, come detto, io continuerò a rappresentare il M5S in Consiglio provinciale mentre il signore che avanza la pretesa di mantenere il controllo del gruppo di una forza politica che lo la espulso con onta per il tradimento da lui messo in atto, continuerà a rappresentare solo se stesso, qualificandosi per i comportamenti disonorevoli e incoerenti che tutti ormai possono apertamente vedere coi loro occhi e “apprezzare”.
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