All’indomani dell’incontro con le commissioni comunali per discutere del progetto della funivia Trento-Bondone, il consigliere delegato Maestranzi ancora una volta dà fiato alle trombe e si lancia in proclami oltremodo ottimistici. A sentir lui la funivia è già cosa fatta e tutti – cittadini e turisti – non vedono l’ora di poter salire sul monte Bondone. Peccato che non sia così: la realtà delle cose non è mai stata così lontana dalle visioni avveniristiche di Maestranzi. Allo stato attuale non esiste alcuna ipotesi convincente e sostenibile di rilancio concreto della montagna di Trento, che da anni langue in uno stato di abbandono e disaffezione. Non esistono nemmeno, nonostante le dichiarazioni, gli incontri e le interviste, delle proposte progettuali che entrino nel merito della costruzione della funivia e illustrino le possibili soluzioni: la stazione di partenza e quelle intermedie, dove saranno? L’impianto sarà affidato a una società pubblica, a Trento Funivie, o a una società a capitale misto? Quali saranno i costi di realizzazione e di gestione e quindi le tariffe, per turisti e residenti? E i tempi di costruzione stimati? Non è dato saperlo. In quattro mesi nessuno – né il sindaco, né l’assessore Stanchina, né il consigliere delegato Maestranzi – ha saputo entrare nel merito della questione, limitandosi a snocciolare una serie disordinata di ipotesi superficiali. In queste condizioni, costruire una funivia e aspettarsi un ritorno economico che riesca addirittura a produrre degli utili sarebbe una scelta al limite dell’azzardo.
Troppe volte, nel corso degli anni, abbiamo visto progetti definiti sulla carta di pregio e valorizzazione delle risorse comunali trasformarsi in veri e propri disastri finanziari o opere nel deserto. Senza andare lontano, pensiamo ai parcheggi realizzati in Bondone sulla strada per le Viote, sempre deserti, o all’impianto della gran pista, utilizzabile solo poche giornate all’anno.
Nascondersi dietro il paravento dell’Apt non serve a nulla: è logico che l’azienda per il turismo appoggi sulla carta un’ipotesi di rilancio del territorio. Ci chiediamo però su quali basi l’Apt abbia accordato il suo sostegno incondizionato, visto che di dati e motivazioni non si è vista neanche l’ombra. A meno che non esistano studi e progetti “segreti”, cosa che sarebbe assai grave. Senza contare che il consigliere delegato per il Bondone è in consiglio di amministrazione dell’Apt, una scelta che ci limitiamo a definire poco elegante.
A nostro avviso il dibattito sulla montagna di Trento merita più rispetto e trasparenza. Per questo abbiamo chiesto l’avvio di un’istruttoria pubblica, per questo abbiamo impegnato la Giunta a coinvolgere i cittadini e a mettere a disposizione tutti gli studi e i progetti elaborati in questi anni sul Bondone e sulla funivia. Ma le nostre richieste, reiterate e sollecitate, sono rimaste lettera morta.
Chiediamo ancora una volta che la Giunta tenga fede all’impegno di avviare una discussione trasparente e condivisa sul progetto funivia Trento-Bondone, senza assumere alcuna decisione che non sia prima stata condivisa con i cittadini.
Andrea Maschio
Marco Santini
Paolo Negroni
Consiglieri comunali M5S Trento