Per ben due volte oggi in Consiglio è mancato il numero legale nel corso della discussione sul disegno di legge dedicato alle preferenze di genere. Quegli stessi consiglieri di maggioranza che fino a ieri definivano la legge una priorità della coalizione e si dichiaravano disposti ad affrontare gli oltre 5mila emendamenti con il coltello tra i denti, oggi hanno abbandonato l’aula (assieme ad alcuni consiglieri di minoranza sostenitori altrettanto agguerriti del ddl) per partecipare all’incontro tra l’assessore Zeni e i sindaci di Fiemme e Fassa sul punto nascite di Cavalese.
Proprio ora che il destino dei punti nascita è segnato, e questo a causa delle scelte politiche scellerate del centrosinistra, i consiglieri di Pd, Patt e Upt riscoprono un improvviso interesse per l’argomento. Un interesse che arriva fuori tempo massimo e che pare fatto apposta per salvare la faccia di fronte ai media e agli elettori.
Nel frattempo, il tanto decantato disegno di legge sulle preferenze di genere, langue sui banchi del consiglio, a dimostrazione dello scarso interesse che la maggioranza Pd-Patt-Upt riserva all’argomento. Quali scuse inventeranno questa volta, non potendo dare la colpa della mancata approvazione alle minoranze? Se avessero accolto la proposta del M5S di evitare l’ostruzionismo e passare la parola ai trentini con un referendum, a quest’ora il discorso sarebbe già chiuso e i lavori del consiglio potrebbero lasciare spazio ad altri argomenti. Invece, il ddl sarà rimesso all’ordine del giorno per le prossime sedute e dovremo ricominciare daccapo. Con la differenza che i Trentini, nel frattempo, si saranno accorti dell’enorme distanza che divide le chiacchiere della maggioranza (e non solo) dai fatti concreti.
Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare Movimento 5 Stelle
Comunicato Stampa inviato ai principali quotidiani locali ed ignorato da:
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