Oltre a scopiazzare modelli organizzativi funzionanti da anni in altre regioni e spacciarli per novità, il dottor Bordon, stando alle cronache, non sa neppure rispettare le regole fondamentali della contrattazione sindacale. Così le unità di cura primarie, modello trentino delle case della salute, sono state stoppate. La riorganizzazione dell’APSS sta navigando in un marasma organizzativo evidente. Il direttore generale Bordon ha inventato le figure sanitarie dell’interfacciamento territorio-ospedale inesistenti in Italia e dalle funzioni ignote, dai costi elevati, utili forse per riciclare i soliti noti. La ginecologia-ostetricia si trova in una situazione di enorme confusione. Le strutture dipartimentali sono peggio di quelle di prima. La prevenzione è allo sbando. Gli screening sono senza un coordinamento autorevole tra ospedali. La fuga di malati in strutture ospedaliere extraprovinciali è intollerabile. La comunità è costretta a ricorrere sempre più alla libera professione per le lista d’attesa. Un disastro.
Non ha nostalgia il dottor Bordon del Friuli Venezia Giulia? Sono certo che i trentini non farebbero nulla per trattenerlo. Eccetto forse l’assessore Zeni, che magari stima Bordon quale ottimo esecutore delle picconate alla Sanità trentina.
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Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle