Il convegno dei comitati No TAV si è tenuto nella sala del Palazzo della Regione di Trento sabato 8 febbraio dalle 10 fino alle 18 circa.
L’attivista No Tav Sara Franch introduce i lavori parlando di violenza invisibile e l’associa all’inquinamento dei terreni dell’ex Sloi che si è esteso attraverso la falda e interessa ora anche tutta la zona di Trento Nord e di Cristo Re.
È un triangolo della violenza invisibile, quello che si estende tra l’ex Carbochimica e la ex Sloi.
In primo luogo per gli operai che hanno subito un danno invisibile in quanto, oltre alle gravi malattie cagionate dall’ambiente di lavoro tossico, non sono stati creduti ma considerati etilisti o malati psichiatrici e rinchiusi in manicomio.
In secondo luogo perché anche noi siamo vittime invisibili in quanto viviamo in quartieri ormai inquinati.
Il terzo lato del triangolo è la violenza invisibile agli occhi di noi cittadini causata dall’ impunità di cui godono i progettisti del contestato bypass ferroviario di Trento.
L’inquinamento non ha effetti immediati, colpisce con l’andare degli anni.
I soggetti sociali più colpiti sono quelli più svantaggiati che ne subiscono le conseguenze senza potersi difendere. Ecco qual è lo scopo di questo convegno: far uscire dal cono d’ombra questa situazione di grave ingiustizia, aprire gli occhi degli ignari spettatori che ancora non si rendono conto del disastro ambientale che si sta compiendo.
In mattinata si affronterà l’aspetto della gestione delle aree inquinate, mentre nel pomeriggio saranno affrontati temi sanitari.
Prende la parola Roberto Chiomento, del Comitato No Tav Trento, raccontando la storia di un operaio che si era licenziato in quanto si era accorto di essersi ammalato, per poi riprendere il lavoro nel 1977; si rifiutava di raschiare i bidoni del piombo e lo fecero lavorare in un altro reparto. Ricevette una lettera di licenziamento e poco dopo verrà ricoverato al manicomio di Pergine dove morirà.
Erano accusati di insubordinazione grave gli operai che si rifiutavano di fare certi lavori pericolosi. Avevano ripercussioni pesanti sul piano del lavoro e dello stipendio.
Questa è stata la schiavitù del lavoro in quegli anni bui dei diritti civili degli operai.
Naturalmente i responsabili hanno subito pene irrisorie, come sempre accade ai potenti.
Agli operai davano 2000 lire in più in cambio di lavori pericolosi, uno a 40 anni subì un incidente che gli procurò una ferita inguaribile che non si rimarginava.
Viene da chiedersi: Ma questi erano considerati persone o semplici ingranaggi? E poi viene da esclamare: non deve accadere mai più!
Questi uomini, vittime del business degli affaristi, noi ce li portiamo dentro.
Per tornare a noi, affermiamo con determinazione da 15 anni:
1) che quest’ opera è inutile oltre ad essere un disastro ambientale;
2) che la ferrovia storica così com’è potrebbe portare molti più treni, almeno il 30 per cento in più;
3) che si potrebbe eliminare fin da subito il traffico deviato di 60 km che porta molti autisti di tir a transitare sulla A 22 anziché su altre tratte, in quanto i pedaggi qui sono più economici. Questo è un traffico che semplicemente non dovrebbe passare di qua;
4) che ci sono previsioni di traffico (sono stati alterati i dati) che vanno diminuendo di anno in anno, quindi non serve scavare il tunnel.
Continua Chiomento : “Si sta facendo un investimento colossale solo per portare il traffico delle merci in galleria, uno spreco enorme che andrà a togliere risorse per i beni comuni, per i servizi nei quartieri, per il diritto alla salute, all’istruzione ecc.
Questo è un atto di violenza, a tutti i livelli, che si assomma ai nuovi provvedienti del governo restrittivi della possibilità di manifestare il dissenso. Tocca a noi cittadini rifiutare questa logica che ha portato allo sfruttamento e all’abuso del territorio come, nel nostro caso, è successo con la Sloi e la successiva mancata bonifica. Occorrono interventi che mirino a mettere in sicurezza Trento Nord con una barriera idraulica che funzioni davvero. Occorre quindi fermare subito i lavori sia a Trento Nord che pure a Trento Sud.”
Interviene Elio Bonfanti, del Coordinamento No Tav Trentino, che mette in evidenza la falsità dell’affermazione del sindaco che sarà la circonvallazione a portare la bonifica.
A Fidenza è successa la stessa cosa: si è iniziata la bonifica vent’anni fa e serviranno altri 10 anni per portare a termine il lavori. Serve una grande sperimentazione a livello internazionale. Se non si fa la bonifica succederà che l’inquinamento si espanderà causando gravi danni alla salute degli operai che lavoreranno nei cantieri e di chi abiterà e lavorerà nella zona. A Fidenza hanno deciso che non è possibile costruire su quel terreno, anche se è stato bonificato, perchè è impossibile ripristinare i terreni e renderli abitabili, rimarranno sempre inquinati.
Ora stanno spostando i terreni inquinati da Trento Nord a delle cave dismesse nei paraggi di Trento e hanno intenzione di fare una speculazione edilizia sui terreni inquinati, pur sapendo che quei terreni sono tossici e lo rimarranno a vita.
Tutti i 18 piezometri segnalano che il SIN si è allargato nella parte nord di Cristo Re, verso Melta, e anche a sud dello Scalo Filzi, ma non vogliono rendere pubblici i dati.
Si è scoperto anche che nella fossa di Campotrentino ci sono morfie catramose che inquinano il Rio Lavisotto e inoltre è stato rilevato che il piombo è anche fuori dal SIN, nell’area del Magnete, esattamente in quella collinetta che si voleva utilizzare per il fitness. È stata costruita attorno al 1970 riportando il terreno inquinato delle zone circostanti.
Va assolutamente potenziata la barriera idraulica a nord dello Scalo Filzi.
Per l’effettuazione dei lavori dicono che useranno le frese “idrauliche” per evitare che le polveri sottili fuoriescano dal cantiere e inquinino tutta la zona, ma di fatto queste frese idrauliche non esistono.
E’ demenziale, oltre che pericoloso, voler costruire migliaia di appartamenti nuovi sui terreni inquinati quando lasciano 1500 appartamenti Itea sfitti ed altri edifici completamente inabitati da più anni.
Basta con questa logica del profitto e dello sfruttamento a danno dei cittadini mentre servirebbero molte più cautele e prudenza nell’affrontare le grandi opere; questo è il messaggio del convegno di oggi.
Interviene Mauro Facchinelli di Cristo Re Attiva. Parla dell’inquinamento che è stato scoperto nei giardini delle scuole Schmid, Piccolo Principe e Orsetto Pandi e anche al Campo Coni.
Sono state interdette all’accesso alcune zone del giardino.
Non c’è alcuna accenno alla bonifica, ma tanta superficialità nelle analisi che tra Comune e Appa sono anche discordanti. C’è troppa fretta di procedere, inoltre manca un piano di emergenza: cosa si deve fare se scatta l’allarme? Questa è una mancanza gravissima.
Interviene Claudio della Volpe, professore di chimica e fisica applicata all’Università di Trento, in pensione.
In Italia ci sono 42 zone SIN (siti di interesse nazionale.)
La barriera idraulica, di cui parleremo, serve per bloccare la diffusione degli inquinanti ed è costituita da un insieme di pozzi, nei quali l’acqua entra, viene aspirata, viene trattata e bonificata.
Questo è il lavoro della pompa.
Non abbiamo informazioni di come è la barriera idraulica che è stata posta accanto alla ex Carbochimica. Sappiamo che è piccola e non efficace, relativa solo alla Carbochimica mentre dovrebbe essercene una anche davanti alla Sloi.
Non sappiamo quanti filtri inquinati sono stati usati e dove li hanno smaltiti. Dovrebbero essere ditte specializzate a fare questo lavoro.
Il piezometro che si trova all’incrocio tra la roggia degli Armanelli e il rio Lavisotto è inquinato, quindi vuol dire che gli inquinanti riescono ad attraversare anche i binari.
A Fidenza il Comune ha espropriato le aree sapendo di non poterle utilizzare per edifici o parchi, ha lavorato dal 2010 fino ad oggi investendo 1.700.000 euro, ha bonificato la zona, dimostrando trasparenza nelle comunicazioni e fornendo tabelle con le spese di gestione della barriera idraulica, tutte cose che l’ amministrazione trentina fa con scarsità di dati e poca trasparenza.
Con le ricerche del progetto “Sentieri” sono state fatte ricerche che documentano l’abbassamento della speranza di vita, l’aumento di tumori e di altre patologie nelle zone più inquinate.
Ci sono gravi ritardi della Pat nella affrontare la situazione; tendono a minimizzare e rassicurare, perché non bisogna disturbare i manovratori del business.
L’Osservatorio, istituito sul bypass, è un organismo servile all’amministrazione comunale e non sa molte cose. Pensa che a Trento ci siano due SIN invece è solo uno, dobbiamo imparare da Fidenza dove ben 10 funzionari si occupano della bonifica.
Il 27 febbraio è organizzato un presidio sotto Palazzo Thun a Trento per chiedere all’amministrazione comunale informazioni sul bypass.
Fulvio Flammini, del sindacato di base multicategoriale, ha relazionato sul ritrovamento di un “fumogeno” o meglio una bomba al fosforo che assieme ad un centinaio di munizioni della seconda guerra mondiale sono stati trovati nel cantiere dell’ex scalo Filzi il 28 gennaio 2025, a dimostrazione che un’operazione seria di bonifica degli ordigni bellici, non è stata mai portata a termine, come invece assicurato dagli organi competenti.
Nel pomeriggio è intervenuto il dottor Silvano Piffer, già dirigente dell’azienda sanitaria: ha delineato i dati del progetto “Sentieri” che monitora gli effetti sulla salute degli abitanti in prossimità delle aree SIN.
Nei 21 ettari di terreno, tra la ex Sloi e la ex Carbochimica sono presenti 180 tonnellate di piombo tetratile in profondità di oltre 20 metri. Si tratta di 120.000 metri cubi di terreno da decontaminare, un’impresa estremamente difficile.
Tra il 2013 e il 2017 l’indagine Sentieri ha indicato come tra gli abitanti, in prossimità dei SIN in Italia e il resto della popolazione vi è un eccesso di mortalità pari a più del 2%, un 3% in più di ospedalizzazione per patologie gravi, anche tra i bambini, un 50% in più di malformazione congenite, dati in linea con quelli del SIN di Trento.
Ha anche evidenziato un eccesso di malattie neurologiche gravi come il Parkinson, l’ Alzheimer e la sclerosi multipla per la popolazione cittadina. E’ un dato statisticamente significativo.
“Può essere una coincidenza– precisa il dottor Piffer- non vuol dire che ci sia un’emergenza, ma questi dati esistono e il sistema li rileva. Occorre fare un’indagine precisa che comprende in maniera mirata i residenti nelle aree intorno al SIN.”
Quindi interviene il dottor Roberto Cappelletti di ISDE, medici per l’ambiente. Chiede i risultati del monitoraggio del Soil gas, i gas nocivi imprigionati nel terreno che potrebbero diffondersi nell’atmosfera a causa dei lavori. Non è sufficiente che le emissioni siano entro i limiti di legge, il principio da applicare nelle lavorazioni dovrebbe essere quello dell’ emissione più ridotta possibile. Il principio di ottimizzazione delle emissioni nella fisica sanitaria deve esere “ALARA” : As Low As Reasonably Achievable (il livello più basso ragionevolmente raggiungibile) riconosciuto a livello internazionale.
Conclusione: l’Apss deve attivare un’ autentica ricerca epidemiologica sui danni causati alla popolazione da Sloi e Carbochimica.
a cura del Comitato di Redazione
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