Lettera scritta dalla nostra attivista Renata Righi al giornale “L’ Adige” pubblicata il 29 marzo nella rubrica “Lettere ad direttore”
Suscita sconcerto la chiusura per ben due anni della piscina Manazzon di via Fogazzaro a Trento lasciando “orfani” i molti appassionati che gioiosamente frequentavano la struttura nel periodo estivo, come ben documentato dai tanti pannelli fotografici che “ingentiliscono” il recinto del cantiere.
Mancherà questa struttura soprattutto per quanto riguarda la parte esterna che per ben due estati non vedrà lo stuolo dei bambini delle colonie estive o accompagnati dai genitori divertirsi con i giochi acquatici attrezzati nell’area.
E poi, ciliegina sulla torta, si scopre che anche la piscina di Pergine chiuderà i battenti per tre mesi da giugno a settembre sempre per lavori di ristrutturazione.
Ma allora, viene da chiedersi, lo sanno gli amministratori di queste città, sempre attenti, soprattutto nelle campagne elettorali, al benessere dei loro cittadini, che i lidi estivi natatori svolgono un ruolo sociale importantissimo in quanto permettono a tantissimi bambini di uscire dalle case infuocate, distogliendosi per qualche ora da tablet, smartphone e Tv, per praticare movimento, gioco e socializzazione? O credono che con i chiari di luna di questi tempi le famiglie possano permettersi una villeggiatura estiva lunga tre mesi al mare o in montagna? Non pensano che anche tanti anziani con le loro misere pensioni non possono permettersi vacanze da sogno nei resort, ma devono accontentarsi di qualche nuotata nella piscina più possibile vicina a casa?
Quindi si prospetta una piscina di Gardolo, l’unica con spazi e strutture esterne, sovraffollata e ingestibile per tutta l’estate….
Se questi amministratori avessero una maggiore sensibilità verso i bisogni della gente, si sarebbero orientati verso una pianificazione per i lavori di manutenzione delle piscine che consideri i periodi di maggiore afflusso e utilizzo da parte degli utenti e non avrebbero programmato i lavori contemporaneamente chiudendo simultaneamente due piscine.
Infine va menzionato il fatto che il nuoto è diventato uno sport per coraggiosi e arditi, dato che a turno le piscine chiudono per gare o manifestazioni e ci si ritrova in tre o quattro per corsia a spintonarsi nelle vasche aperte al pubblico. Ma gli sguardi e le attenzioni dei nostri amministratori, si sa, non sono rivolti alle fasce più deboli della popolazione, ma mirano ad altri orizzonti. E i soldi non ci sono, ovvero ci sono, ma vanno spesi dando priorità alle grandi opere o agli armamenti.
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