«La stampa dei giorni scorsi riportava un caso di “parto in ambulanza”, protagonista una madre giudicariese. Per farla breve, la potentissima e modernissima flotta di elicotteri in dotazione all’azienda sanitaria non è stata in grado di raggiungere le Giudicarie, si suppone a causa del maltempo. Come spesso accade, ad intervenire ci ha pensato un’ambulanza dei volontari della croce rossa che ha portato la gestante prima a Tione e quindi a Trento. Solo che i chilometri erano tanti, la strada disagevole, i tempi di percorrenza lunghi e così la neomamma ha dovuto partorire con notevole sofferenza personale prima di raggiungere il Santa Chiara. Viene da pensare che siano da rivedere non solo l’impianto delle “riforme a senso unico” del trio Rossi, Bordon, Zeni ma anche le procedure implementate sul campo, dato che è evidente che un parto in ospedale (anche in quello di “potenziato” di Tione), seppur senza anestesista, è certamente più sicuro di uno a bordo strada.
Questa vicenda porta alla luce una volta di più le disfunzioni introdotte con la chiusura dei cosiddetti “punti nascita periferici”. Che peraltro sono “periferici” solo per chi vive a Trento e a Rovereto. Si è spesso detto che il potenziamento dell’elisoccorso avrebbe permesso interventi rapidi e sicuri, tali da garantire il diritto alla salute dei pazienti delle valli. Come dimostrano bene i fatti descritti sopra però, gli elicotteri non sono però sempre in grado di alzarsi in volo, a volte restano a terra anche in situazioni meteo non proibitive. Quando ciò accade si deve intervenire con mezzi tradizionali, e qui lo svantaggio per i trentini delle valli è evidentissimo perché devono scontare sulla loro pelle la distanza che li separa dal capoluogo.
Come M5S ci siamo occupati speso di questi temi, da ultimo con un’ interrogazione con cui chiedevamo conto dei mezzi a disposizione dell’APSS in gestione a Trentino Emergenza. Dalla risposta fornita dall’assessore Zeni risulta che dal 2013 al 2015 non sono stati acquisti di nuovi mezzi mentre le spese di manutenzione per l’importante flotta di veicoli sono state piuttosto ingenti. Insomma i mezzi servono, invecchiano, non si sostituiscono e si spende tanto per ripararli.
I problemi che ci si poteva attendere ci sono dunque tutti, aggravati da un’impostazione pervicacemente centrata sul potenziamento del costosissimo elisoccorso a prescindere dal fatto che questo mezzo non sia sempre utilizzabile. Chiediamo una volta di più che la PAT prenda atto della realtà e cambi registro, salvo che l’attuale situazione non sia il modo di qualcuno per realizzare il motto biblico “Partorirai con dolore!” a scapito delle donne delle valli!».
Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle