La sensibilità verso alcune categorie di persone evidentemente non è materia per chi crede di essere portatore di verità assolute ed indiscutibili. Sarà forse che in questo caso il genere non è quello “giusto” o che l’Associazione non è quella voluta ma è un fatto che tutto si fa nel cercare di delegittimare il Registro della Bigenitorialità ma sicuramente non quello di sentire quella parte di genitori che invece lo invocano e lo chiedono a gran voce. Ma evidentemente la preferenza di genere deve essere sempre e solo unilaterale. Mi riferisco alle continue asserzioni della Consigliera Romano che facendosi beffe del parere della Giunta, del Consiglio Comunale e della Commissione Politiche Sociali cerca in tutti i modi di svilire ciò che gli altri fanno per il beneficio di, magari pochi, ma sicuramente genitori e figli con problemi seri. Ho l’impressione che non conosca il problema della ricerca di informazioni sopratutto laddove il ruolo di genitore è stato annientato economicamente, moralmente e psicologicamente.
Viene definito “uno strumento inutile perché la normativa nazionale già lo prevede”. Si dimentica però di ricordare che poi la prassi è ben lontana dall’applicarlo. La norma sull’affidamento condiviso è ben lontana da essere applicata per come è scritta e quando mi si ricorda che in Provincia abbiamo il Registro elettronico faccio notare che alle elementari non è utilizzato ed alle superiori non c’è cenno di comunicazioni ed informazioni anche se i voti vengono inseriti. Replico anche che in alcuni casi a richiesta di una doppia udienza con i professori è stato risposto negativamente. Non per nulla nel settembre 2015 il MIUR ha ripreso la nostra Provincia per non essere al passo con il giusto livello di informazione ad entrambe i genitori. Quindi non mi venga a fare lezioni di normativa ma venga piu spesso in tribunale ad assistere cosa realmente succede nella pratica.
In merito al rischio di etichettare i bambini in “liste discriminatorie” mi domando da che cilindro abbia trovato questa preoccupazione se non dalla volontà stessa della consigliera di farne un “caso”. Il Registro non è pubblico innanzitutto e nella sostanza è una dichiarazione di un doppio domicilio. Quale sarebbe il problema? Il figlio non lo sa che ha due residenze? E’ con il registro che lo scopre e quindi ne resta traumatizzato? Nel merito non so se si stia scherzando o provocando inutilmente. In ultimo sull’accusa che il Registro aumenterebbe la conflittualità mi sembra di essere al ridicolo. Stiamo parlando di casi in cui manca già totalmente la comunicazione. Con l’utilizzo dello stesso si by-passa un contatto che, quello si, è conflittuale nel pieno rispetto della legge e dei diritti di entrambe i genitori. Concludo con la presa d’atto che l’intero Consiglio Comunale ha nella sostanza compreso ed apprezzato questo strumento e che, a questo punto, ogni voluta provocazione sia una mera presa di posizione politica ed associazionistica quasi che alcune associazioni siano piu meritevoli di altre. Meditate gente, meditate! Essere genitori non è una questione di genere.
Andrea Maschio
Consiglieri comunali M5S Trento