Il sogno dei padri fondatori dell’Unione Europea si basava su un principio semplice ma rivoluzionario: mai più guerra tra le nazioni del continente. Dopo secoli di conflitti devastanti, la nascita della Comunità Europea ha rappresentato una svolta epocale, un impegno concreto verso la pace, il benessere e la cooperazione. L’Europa non doveva più essere teatro di battaglie fratricide, ma un modello di integrazione e progresso. Questa almeno l’idea dei padri fondatori.
Con il piano ReArm Europe, l’Unione sembra tradire questo spirito originario, investendo risorse enormi in un riarmo che potrebbe alimentare nuove tensioni internazionali e sottrarre fondi a settori cruciali per i cittadini, come sanità, istruzione e innovazione. Anziché costruire ponti e rafforzare il dialogo, si rischia di tornare a una logica di confronto militare, lontana dai valori di pace e progresso su cui l’Europa è stata fondata.
Peraltro questa iniziativa della Presidente della Commissione Ursula von der Leyen ha suscitato diverse critiche riguardo alla sua efficacia, e alle implicazioni economiche. Infatti il piano prevede che solo 150 miliardi di euro provengano da prestiti europei, mentre i restanti 650 miliardi dovrebbero essere reperiti dagli Stati membri attraverso l’indebitamento, sebbene scorporato dalle regole del Patto di stabilità. Questo solleva dubbi sulla reale disponibilità di risorse per la difesa e, soprattutto, sul peso del debito che graverà sulle future generazioni. Inoltre la proposta di consentire agli Stati membri di utilizzare i “fondi di coesione” per aumentare la spesa in armamenti è stata oggetto di critiche, sottolineando l’importanza di destinare queste risorse a scopi ben diversi. Molti, infine, sostengono che l’Unione Europea dovrebbe concentrarsi sulla creazione di una difesa comune piuttosto che incentivare il riarmo a livello nazionale con sperpero di risorse e inefficacia nel coordinamento dell’apparato militare.
In tutto questo risalta per la sua unicità l’iniziativa del M5S che al Parlamento Europeo ha protestato contro il piano ReArm Europe, esponendo cartelli con la scritta “Basta soldi per le armi”. Giuseppe Conte ha duramente criticato la Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, accusandola di spingere l’UE verso un’escalation militare invece di investire in settori fondamentali per i cittadini. Inoltre il movimento ha indetto una protesta di piazza per il 5 aprile a Roma contro il caro-vita, l’aumento delle bollette e il collasso dei servizi essenziali, denunciando le scelte del governo che destina miliardi alle spese militari anziché alle reali necessità degli italiani.
A Trento invece i cittadini si danno appuntamento in Piazza D’Arogno sabato 15 marzo per un corteo all’insegna del motto “ NON UN SOLDO NE’ UN SOLDATO PER LA GUERRA”. L’obiettivo comune è dare voce a famiglie, pensionati e imprese travolti dalla crisi economica e chiedere interventi concreti per il benessere del Paese.
Insomma, un’Italia e un’Europa più equa, solidale, di pace e in pace, capace di garantire fiducia e stabilità ai suoi cittadini, è l’unico vero antidoto alle crisi economiche e sociali che minacciano il futuro nostro e del continente.
Giovanni Clementel per il gruppo territoriale del M5S trentino
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