In questo momento tutto il sistema economico/sociale del Paese è in sofferenza e di conseguenza lo è anche quello del Trentino. Tantissime persone hanno perso il lavoro e allo stesso tempo molte imprese non possono operare a causa della pandemia, l’anno scolastico con ogni probabilità è già terminato e la nostra sanità è costretta ad un superlavoro per far fronte al costante afflusso di persone contagiate dal covid-19.
Molto si sta facendo per risolvere la crisi senza precedenti in cui ci troviamo e molto ancora andrà fatto.
Con onestà dobbiamo dire ai cittadini che le risorse a disposizione sono limitate. Sarà necessario effettuare scelte complicate, stabilire priorità di intervento e valutare le migliori soluzioni per lasciarci alle spalle i danni causati dalla pandemia senza venirne piegati.
La crisi c’è e qualcuno la sta già pagando. Mi riferisco (1) ai lavoratori in cassa integrazione o in disoccupazione forzata oppure a quelli costretti a lavorare senza gli adeguati strumenti di protezione. Penso (2) alle piccole e medie imprese, a tante partite iva e agli esercenti oggi chiusi e che in molti casi rischiano di non ripartire. Più in generale (3) il discorso è valido per tutti coloro che devono lavorare ed essere produttivi per vivere. Il costo della pandemia è già qui oggi e queste sono le persone che lo stanno pagando.
Essere una comunità implica la condivisione di un destino comune. Tutti devono fare sacrifici, il peso della ricostruzione va ripartito in maniera equa. Serve solidarietà, la devono garantire gli Stati, l’Unione Europea, certo, ma questo principio deve essere valido anche fra le classi sociali. Per questo è NECESSARIO che anche chi è così fortunato da poter vivere di rendita si assuma parte dei costi della ricostruzione e, come purtroppo è successo nel recente passato, non trovi nella crisi un’opportunità per accrescere a dismisura la propria ricchezza a scapito di coloro che invece lottano per non venirne travolti.
Alla politica è demandato il compito di stabilire regole certe per far sì che la ripresa ci sia e sia equa, e che nessuno debba morire per permettere a qualcun altro di accrescere la propria già considerevole ricchezza.
Con questi principi saldi in testa il M5S trentino ha formulato 3 proposte di interventi prioritari da realizzare il prima possibile. Si tratta di azioni concrete a cui ne dovranno ovviamente seguire molte altre, ma necessarie per porre le basi di una ripartenza che si ponga come obiettivo di non lasciare indietro nessuno.
1. Affitti, interessi su mutui e rendite da cancellare: il blocco degli affitti è una soluzione che può andare bene nell’immediato ma che data l’eccezionalità del momento non può funzionare nel medio lungo periodo. Un esercizio commerciale che sospende il pagamento di qualche migliaio di euro al mese d’affitto nel periodo di chiusura forzata sarà comunque spezzato in 2 quando si troverà a dover pagare le quote maggiorate. Lo stesso vale per quelle famiglie i cui componenti abbiano perso il lavoro a causa della pandemia. Serve allora stabilire un principio chiaro. Chi è fermo o ha perso il lavoro a causa del covid-19 non deve meramente veder sospeso l’affitto, ma questo deve essere reso non esigibile. Un ragionamento simile potrebbe essere valutato anche per quanto riguarda gli interessi sui mutui. La proposta del M5S trentino è che la Provincia implementi una normativa di questo genere per ciò che è di sua competenza e proponga ufficialmente al Parlamento di fare altrettanto su scala nazionale.
2. Potenziare le autostrade informatiche: la gestione della pandemia sarà lunga e durerà almeno fino a quando non verrà sintetizzato un vaccino efficace accessibile su larga scala. Per questo sarà necessario rendere possibile l’attività lavorativa e scolastica tramite strumenti informatici, potenziando laddove possibile i cosiddetti processi di “smart working” e di “e-learning”. Per poterlo fare serve avere una rete in fibra ottica all’altezza della situazione. Una condizione che come tutti sappiamo purtroppo in Trentino non è affatto universale. A parte l’asta dell’Adige e alcune altre lodevoli eccezioni infatti, la rete provinciale lascia ancora molto a desiderare. Per questo serve un investimento forte, convinto e immediato sulla rete in fibra ottica. Internet va reso disponibile a tutti, idealmente a costo zero o al limite ad un “prezzo politico” in modo da permettere la continuazione dei processi produttivi anche in presenza del rischio pandemico. Allo stesso tempo e per le stesse ragioni va lanciato un massiccio programma di sostegno a coloro che non posseggono gli strumenti adatti ad operare da casa, sia per ragioni di lavoro che di studio.
3. Potenziare i controlli contro il rischio di infiltrazione mafiosa: Come già sottolineato dalla stampa e da eminenti magistrati la crisi causata dal covid-19 pone un rischio mortale per la parte sana della nostra economia. Le mafie e la criminalità organizzata in generale hanno dalla loro grande liquidità accumulata grazie alle proprie attività illecite ed ora vedono l’opportunità di “reinvestirla” nell’economia legale “mangiandosi” imprese sane che di colpo si trovano, e non per colpa propria, sul ciglio del baratro. Allo stesso tempo le mafie hanno messo nel mirino i finanziamenti e le risorse che devono essere resi disponibili con procedure il più possibile snelle e, come hanno sempre fatto, si apprestano a cercare di distrarle, sottraendole alle imprese e alle persone che ne hanno bisogno. Quello dell’inquinamento da economico mafioso è dunque un pericolo mortale e attualissimo che va scongiurato a tutti i costi. Come sottolineato più volte, il Trentino non è affatto immune dalle infiltrazioni della criminalità organizzata che è attiva e presente anche da noi, sebbene sotto traccia. Perché la fase di ricostruzione e rilancio possa funzionare è necessario snellire le procedure di assegnazione delle risorse ma dall’altro intensificare i controlli. Questo significa aumentare il numero degli ispettori e potenziarne la capacità di intervento, attivando anche tutti gli strumenti capaci di tenere alta la pressione e la consapevolezza sulle potenziali minacce mafiose all’economia trentina.
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