Rimozione del limite dei mandati per i sindaci del Trentino-Alto Adige: il M5S interroga il Governo

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Il 2 ottobre scorso il deputato veneto del M5S Enrico Cappelletti ha presentato un’interrogazione per chiedere delucidazioni al ministro dell’interno e al ministro degli affari regionali in ordine all’istruttoria relativa all’approvazione dello schema di norma di attuazione per consentire alla Regione Trentino-Alto Adige / Südtirol di derogare alla norma nazionale che disciplina i mandati consecutivi dei sindaci nei comuni del Paese e ai principi rimarcati nelle sentenze della Corte Costituzionale.

L’atto di sindacato ispettivo ha infastidito gli occupanti delle poltrone trentine che non hanno perso tempo a replicare all’iniziativa del deputato Cappelletti e a rivendicare la necessità di rimuovere le misure per impedire la concentrazione di potere nel tempo e le rendite di posizione.

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Seguono gli articoli pubblicati dal Corriere del Trentino e il testo integrale dell’interrogazione a risposta scritta 4-03531 a firma di Enrico Cappelletti annunciata nella seduta della Camera dei Deputati di Mercoledì 2 ottobre 2024:

CAPPELLETTI. — Al Ministro per gli affari regionali e le autonomie, al Ministro dell’interno. — Per sapere – premesso che:

l’articolo «I Comuni dicono no ai due mandati», pubblicato dal quotidiano L’Adige il 26 settembre 2024, ha diffuso la notizia che la commissione paritetica del Trentino-Alto Adige avrebbe iniziato l’esame di uno schema di norma di attuazione per riconoscere una deroga regionale in materia di limite dei mandati consecutivi dei sindaci e, in particolare, per consentire una eccezione al limite per i comuni sopra i 15 mila abitanti e per abrogare i vincoli esistenti per l’eleggibilità dei sindaci nei comuni fino a 5 mila abitanti. L’obiettivo della proposta normativa vuol riconoscere al Trentino-Alto Adige una deroga ai principi sanciti dalla legislazione statale e dalla giurisprudenza costituzionale;

la proposta è fortemente caldeggiata dai sindaci che hanno già raggiunto il limite dei mandati e da quelli che sono in prossimità di raggiungerlo, dai presidenti del Consorzio dei comuni di Bolzano e del Consiglio delle autonomie locali di Trento nonché dalle giunte delle province autonome di Trento e di Bolzano. L’iniziativa viene giustificata dalla necessità di concedere più tempo per realizzare i progetti e le opere inserite nei programmi elettorali e dalla presunta indisponibilità di cittadini disponibili a candidarsi per assumere responsabilità nelle amministrazioni locali;

come è stato sottolineato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 60 del 2023, la questione è delicata sotto il profilo degli equilibri democratici. Il limite ai mandati consecutivi dei sindaci è stato pensato quale temperamento di sistema rispetto alla contestuale introduzione della loro elezione diretta;

inoltre, la concentrazione del potere in un’unica persona per un tempo eccessivo può creare delle rendite di posizione tali da alterare le elezioni successive;

nella medesima sentenza la Corte costituzionale ha evocato anche il rischio che, in assenza di solidi contrappesi, la rimozione del limite potrebbe dar luogo ad anomale espressioni di clientelismo, impedendo il ricambio ai vertici dell’amministrazione locale, necessario per evitare la soggettivazione dell’uso del potere dell’amministratore locale. A giudizio dell’interrogante tale rischio risulterebbe peraltro accentuato in un contesto come quello del Trentino-Alto Adige dove, ai sensi dell’articolo 79 dello Statuto di autonomia, vige un sistema di finanza provinciale integrata in cui i rapporti finanziari ed elettorali tra rappresentanti degli enti locali e potere esecutivo provinciale si intersecano indissolubilmente;

a quanto consta all’interrogante, nel corso dell’esame nella commissione paritetica non ci sarebbe stato finora il coinvolgimento dei cittadini e dei consiglieri regionali. L’iniziativa si starebbe svolgendo, a giudizio dell’interrogante, senza garantire ai cittadini e alle assemblee legislative autonomistiche la possibilità di partecipare trasparentemente al processo;

a tale aspetto, nel dibattito politico pubblico di questi giorni, si aggiunge anche la volontà dei rappresentanti degli esecutivi della regione Trentino-Alto Adige e delle province autonome di Trento e Bolzano di estendere il terzo mandato anche per il presidente della Regione –:

se siano a conoscenza di quanto esposto e nel caso, se abbia condotto delle valutazioni di competenza rispetto all’impatto regolatorio e alla proposta di deroga al numero massimo dei mandati consecutivi nei comuni del Trentino-Alto Adige;

se sia stata valutata o si stia valutando l’introduzione di contrappesi rispetto alla rimozione del limite dei mandati, al fine di garantire il rispetto dei principi costituzionali.
(4-03531)

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