Riposizionamento della targa alle vittime Sloi in piazza General Cantore

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L’appuntamento  di mezza estate per i No TAV è di sabato 13 luglio in piazza General Cantore. Già alle 9:00 intorno al cippo che ricorda il Generale della prima guerra mondiale,   garriscono  le  bandiere rosse dei sindacati, che hanno organizzato l’incontro, e quelle bianche  dei No Tav. Si tratta di un evento commemorativo per ricordare il disastro della Sloi che nel 1978, proprio nella notte fra il 14 e il 15 luglio, a causa di un violento temporale, ha rischiato di mettere a ferro e a fuoco la città in seguito all’ esplosione di alcuni fusti contenenti il velenosissimo piombo tetraetile. Un disastro che potrebbe ripetersi in seguito ai lavori di scavo del bypass ferroviario che interessa proprio una delle zone più inquinate d’Europa, dove nel sottosuolo giacciono ancora 180 tonnellate di quel veleno mortale.

Oggi si vuole pure riportare al suo posto la targa che commemora gli operai “ammazzati” dalla Sloi che è stata recentemente divelta da mani ignote, ma facilmente individuabili.

Alle 10 la piazza si riempie e prendono la parola Fulvio Flammini,  Ezio Casagranda, Elio Bonfanti, Roberto Chiomento ed altri tra cui Cinzia Giovannini,  la figlia di Giuseppe Giovannini, soprannominato Bepi Sloi, deceduto alcuni anni fa per essere stato a contatto con i veleni dello stabilimento. Molto toccante il suo discorso centrato sulla figura del padre, un uomo forte e coraggioso,  che le ha insegnato a non  arrendersi mai ed è per questo che lei continua a battersi per evitare il ripetersi di altri disastri ambientali. Gli interventi dei relatori riguardano non solo il passato, cioè la storia di questa fabbrica dei veleni che rappresenta il profitto che passa sopra a tutto, anche alla salute dei lavoratori, ma parla anche di oggi, dei tre lavoratori al giorno che mediamente muoiono per incidenti sul lavoro in Italia, incidenti, sottolinea Ezio Casagranda, che non sono dovuti all’imperizia o all’ignoranza degli operai, ma al fatto che sono costretti ad accettare condizioni di sfruttamento e di mancanza di rispetto delle regole antinfortunistiche, altrimenti vengono licenziati.

E’ lui a promuovere l’idea di cambiare la toponomastica della piazza e di dedicarla proprio a Bepi Sloi  e a tutti i lavoratori della fabbrica della morte. Si partirà a breve con la stesura di un documento con questa richiesta, accompagnata da una raccolta firme,che verrà poi presentato alla Circoscrizione Centro Storico Piedicastello la quale si interfaccerà con il comune di Trento.

In attesa che la piazza di Cristo Re diventi un luogo simbolo dello sfruttamento dei lavoratori da parte delle imprese, l’assemblea dei cittadini si scioglie alle 12.00, ricordando il prossimo appuntamento in piazza Erbe sotto gli uffici dell’Appa, fissato nella giornata di giovedì 18 luglio. 

A cura del Comitato di redazione

Da quotidiano L’Adige 14/7/24

 

Malafede o incompetenza, è comunque una grande vergogna!