La numerologia ieri sera a Gardolo, in sala Giacomoni, ci ha riservato un’ indimenticabile sorpresa, tutta giocata sul numero 7.
Per prima cosa il giorno, non casuale, il 7 febbraio, quindi 7 “Signore delle cime” che hanno cantato per noi tre cori della montagna trentini. Quindi, LEI, la protagonista dell’evento, un donna, moglie, madre, intellettuale, un gigante della cultura, della conoscenza multidisciplinare, dell’etica della libertà e della coerenza che si intrecciano con la grande storia a cavallo tra ‘800 e ‘900: ERNESTA BITTANTI BATTISTI. 7 “T” nel suo nome. Da qui il titolo dell’evento, SETTETI’ appunto.
C’è poi un calendario, che come tutti, è pieno di date e di numeri, ma, ed è questa la sua unicità, ogni giorno dell’anno 2024 è dedicato a una donna che si è distinta nella storia, nelle arti, nelle scienze e nella società della nostra provincia. Donne capaci e determinate ma troppo spesso non riconosciute adeguatamente.
Ha introdotto l’evento Alex Marini, coordinatore provinciale del M5S, che con un plico di calendari da distribuire ha ricordato che si è adoperato non poco affinché questa pubblicazione iniziata nell’anno 2000/2021 ad opera della Commissione Pari Opportunità tra donna e
uomo nella provincia di Trento, fosse rinnovata anche per l’anno in corso. Ha ricordato che il ruolo della donna è stato relegato per tanti secoli tra le mura di casa, alla cura della famiglia e dei figli, privando la società del loro contributo umano e culturale.
Quindi è stata la volta della presentazione di questo personaggio femminile da parte di Emanuele Lapiana, esploratore di mondi sonori, che nell’estate del 2022 ha ideato e realizzato l’installazione Settetì sul Dos Trento, per ricordare la straordinaria vita di Ernesta, moglie di Cesare Battisti, sepolto accanto nel mausoleo a lui dedicato. E’ stato ispirato nel realizzare quest’opera artistica dalle parole di Gaetano Salvemini, che scrisse “E’ inutile parlare di buon senso quando la cicala nazionalista si mette a frinire”.
Si riferiva all’ascesa del regime fascista che avrebbe zittito le voci di buon senso con un crescente frinio. Infatti i discorsi e le parole e che si odono nelle installazioni sonore sono coperti via via dal frinire delle cicale….
Nel corso della presentazione della vita di Ernesta Bittanti Battisti, si delinea nei dettagli questa figura di donna colta, coraggiosa, indomita, fiera degli ideali irredentisti, socialisti, laici, portati avanti inizialmente assieme al marito, poi, rimasta vedova, da sola, con un’infinità di articoli del giornale “Il Popolo”, pubblicazioni di letteratura, storia, pedagogia, scambi epistolari (famosa la lettera di dissenso che inviò a Mussolini).
Pochi sanno che fu lei a scrivere le parole dell’Inno al Trentino e che firmava spesso i suoi scritti con degli pseudonimi, perchè a quell’epoca non era gradito che una donna emergesse nel campo della cultura e della letteratura. Un personaggio a cui Ferruccio Parri dedicò questa epigrafe quando morì a Trento nel 1957, a 86 anni: Custode fiera fedele della memoria dell’eroe, combattente animosa, irriducibile di tutte le battaglie della libertà.
Un sentito ringraziamento a chi ha ideato e organizzato questa serata, a Loredana Banal e alle donne del Gruppo Ernesta Bittanti, a Gianna Frizzera presidente della Circoscrizione di Gardolo e del Coro Alpino femminile “Signore delle cime”.
Spiace che non sia ricordata come meriterebbe questa donna e che le sia stata dedicata solo una piccola via nel sobborgo di Gardolo.
* testo di Renata Righi
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