La questione del sistema di valutazione scolastico in Trentino torna al centro del dibattito nazionale grazie all’interrogazione parlamentare presentata ieri dal deputato del M5S Enrico Cappelletti al Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che fa seguito alle recenti dichiarazioni dell’ex presidente del Consiglio del sistema educativo provinciale, Giovanni Ceschi.
Il tema, dibattuto da anni nella comunità trentina, richiede oggi un’analisi approfondita delle scelte operate dalla Provincia a partire dal 2007, quando il Trentino decise, unico caso in Italia, di non ripristinare gli esami di riparazione a settembre.
La peculiarità del sistema trentino, basato sul criterio della “valutazione complessivamente sufficiente” introdotto dalla legge provinciale sulla scuola n. 5 del 2006 e dal successivo Regolamento del 2010, consente la promozione degli studenti anche in presenza di materie insufficienti, purché compensate da altre valutazioni positive. Questo approccio si discosta significativamente dal modello nazionale, dove l’ammissione all’anno successivo e agli esami richiede la sufficienza in tutte le materie.
Come evidenziato nell’interrogazione parlamentare, questa divergenza solleva interrogativi sulla conformità ai principi stabiliti dal DPR 405/1988 e sulla garanzia di uniformità dei livelli essenziali delle prestazioni nel sistema scolastico nazionale. La questione non riguarda solo gli aspetti formali dell’autonomia, ma investe direttamente la qualità dell’istruzione e il valore legale dei titoli di studio.
A distanza di quasi vent’anni dall’introduzione di questo sistema valutativo, è quanto mai opportuno avviare un’analisi comparativa approfondita tra il modello trentino e quello nazionale, considerando l’evoluzione degli standard formativi, gli effetti sulle competenze degli studenti, l’impatto sul proseguimento degli studi universitari e il confronto con i risultati delle prove standardizzate nazionali.
Il dibattito parlamentare che si aprirà grazie all’interrogazione del portavoce Cappelletti potrà contribuire a fare chiarezza su questi aspetti, nell’interesse della comunità scolastica trentina e nel rispetto delle prerogative dell’autonomia provinciale.
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