di Giovanni Clementel
Il Superecobonus 110 % è descritto dall’attuale maggioranza di governo come una catastrofe che incombe, e incomberà, sul debito italiano per anni. In pratica, sostiene, gli attuali 109 miliardi da portare in compensazione si traducono in un minor gettito fiscale perché il contribuente sconta dalle tasse da pagare l’importo del credito. Quel mancato gettito diventa debito pubblico in quanto non coperto da altre entrate.
Ma quanto è costato davvero il Superbonus alle casse pubbliche? La domanda se l’é fatta la Fondazione Nazionale Commercialisti arrivando alla conclusione che “…per ogni euro speso dallo Stato, ne ritornano sotto forma di maggiori imposte 43,3 centesimi, inoltre “Il superbonus 110% ha determinato, nel solo anno 2021, un valore della produzione aggiuntivo pari a 90,4 miliardi e un valore aggiunto pari a 32. L’effetto fiscale indotto è pari a 12,1 miliardi, (Chiara Brusini per il Fatto Quotidiano 18 Febbraio 2023)
Quale platea di fruitori ha beneficiato dell’intervento per il quale il Movimento 5 stelle, fautore della norma, non ha raccolto in termini di consenso elettorale i frutti sperati? Almeno, non in terra trentina.
Molti sono coloro che hanno gridato allo scandalo perché tanti beneficiari, economicamente forti, avrebbero dovuto secondo costoro pagarsi di tasca propria i lavori. Ma non si considera che la legge aveva lo scopo di rilanciare l’economia del Paese asfissiata dalla pandemia. E come? Intervenendo come detto su un settore trainante e moltiplicatore quale quello edilizio e promuovendo nel contempo il recupero immobiliare complessivo che è tra i più vetusti d’Europa, soprattutto in tema di consumo energetico.
Un recupero che nel Paese ha interessato milioni di unità abitative, altrimenti costrette al degrado nel tempo. Penso alle migliaia di condomini sottratti al decadimento perché in capo a proprietari non in condizione di sostenere per intero i costi iniziali di intervento con la formula della cessione del credito prevista dal provvedimento. Indubbiamente le difficoltà maggiori nel cogliere l’occasione si sono evidenziate nel settore di edilizia popolare.
Basti vedere come si è mossa Itea in provincia a tal riguardo. L’esponente Pd Paolo Zanella in una interrogazione sull’argomento scriveva “Sugli edifici Itea in corso di riqualificazione con il Superbonus 110% non si ha un’idea complessiva di quali e quanti siano e di quale sia la spesa precisa a carico di Itea stessa”.
Una interrogazione presentata dell’ex consigliere 5 stelle Alex Marini il 25 luglio 2023 chiedeva di fare chiarezza “sugli obiettivi mancati da ITEA in termini di investimenti per riqualificazione energetica e sismica consentiti dal Super Ecobonus 110%”.
Supponendo allora, in via ipotetica, che ogni condominio in Trentino dei complessivi 3500 circa riqualificati, sia costituito da almeno 6 unità abitative (valutazione volutamente sottostimata) saremmo in presenza di oltre 20mila appartamenti coinvolti. Chi mai avrebbe portato avanti investimenti di tale portata? Sicuramente nessuna politica di governo provinciale di edilizia agevolata avrebbe promosso e realizzato un tale intervento.
Possiamo dire che si tratta di un investimento “pagato” dalla collettività? Fermo restando che anche le politiche di edilizia abitativa agevolata gravano sulla collettività, almeno questo ha avuto il merito di far girare l’economia a 360 gradi.
Complessivamente la misura ha prodotto 6171 impianti fotovoltaici; 5259 caldaie a condensazione; 1760 pompe di calore, e poi cappotti, infissi, collettori solari e molto altro ancora (Dati ENEA); inoltre ha creato lavoro, occupato imprese con relativi operai, mantenuto migliaia di famiglie, consentito risparmi energetici, prodotto ricchezza e dunque entrate fiscali. Ovviamente non parlo dei truffatori che hanno speculato a man bassa. Quelli ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Un’idea non si giudica per come può essere maldestramente realizzata da delinquenti, ma per il suo valore aggiunto a beneficio dell’intero tessuto socio economico. E quando la Meloni lanciò la sua sfuriata ai 5s alla Camera dei Deputati nel suo intervento del 12 dicembre scorso sostenendo che “il Superbonus é stato trasformato nel più grande regalo fatto dallo Stato a truffatori e organizzazioni criminali lasciando aziende e famiglie per bene in un mare di guai” la risposta non può che essere una: i controlli sono compito e dovere di chi è preposto a tale funzione, da non scaricare quindi sull’ideatore della norma. Così fosse, quanti sarebbero chiamati a rispondere per le truffe nate tra le pieghe di leggi e decreti vari che hanno accompagnato la storia di questo Paese?
Se consideriamo infine i 20mila appartamenti condominiali abitati da gente comune che ha usufruito del Superecobonus e che ogni nucleo sia formato, ipoteticamente, da tre membri, siamo di fronte a più di 60 mila persone; 60 mila individui che oggi possono vivere in alloggi condominiali in linea con i futuri dettami europei in tema di case a basso impatto energetico, e tutto grazie a questo provvedimento del m5s. Un traguardo non da poco; una soddisfazione immensa per il miglioramento della qualità della vita di migliaia di persone. Certo, non ha ripagato in termini di consenso. Infatti, il M5S ha ricevuto uno schiaffo in faccia alle scorse provinciali. Una vera e propria beffa, difficile da capire, se non considerando le caratteristiche economico-sociali e demografiche che interessano l’area provinciale. Un benessere che consente un tenore di vita ancora dignitoso a una maggioranza forse però poco informata e/o con forti pregiudizi, alimentati a dovere dai mass-media nei confronti del M5S fautore della norma. Ma questo è un altro discorso.