La corsa alla carica di sindaco di Trento entra nel vivo, con candidati che propongono visioni piuttosto diverse per il governo della città. Da un lato, la destra impantanata su logiche centralizzate, con decisioni calate dall’alto e fortemente influenzate dai partiti nazionali. Dall’altro, il centrosinistra uscente insiste su grandi opere e progettualità di lungo periodo, spesso discusse e non sempre in sintonia con i bisogni quotidiani dei cittadini. Poi ci sono le forze politiche storiche del Trentino, che cercano una collocazione per non scomparire, a volte senza una direzione chiara.
In questo panorama, emerge con forza la figura di Giulia Bortolotti, candidata della coalizione Onda M5S e Rifondazione Comunista. Il suo approccio è radicalmente diverso: al centro della sua campagna non ci sono promesse altisonanti o strategie costruite a tavolino, ma ascolto, partecipazione e soluzioni concrete. Ex Presidente della Circoscrizione di Meano e attuale presidente del Consiglio del sistema educativo provinciale, ha impostato la sua campagna elettorale su un contatto diretto con la cittadinanza. Incontri diffusi nei quartieri e nelle Circoscrizioni, dialogo aperto con le persone, raccolta di idee e bisogni reali: questo il suo metodo di lavoro che la distingue dagli altri candidati.
Come raccontato in un recente articolo de L’Adige (25 novembre 2024) “…la sua forza sta nel sorriso sincero, nelle idee chiare e nell’empatia di chi sa guardarti negli occhi e parlare in modo diretto”. Non slogan costruiti a tavolino, ma la capacità di comprendere e rispondere ai problemi concreti. L’idea alla base della sua candidatura è chiara: la città non deve essere governata con decisioni imposte dall’alto, ma con un coinvolgimento reale della comunità. Questo approccio si contrappone alla visione dei suoi avversari. Un centrodestra diviso che propone una gestione verticistica, seguendo logiche nazionali che spesso faticano ad adattarsi alle esigenze locali. Dall’altra un centrosinistra uscente che punta su grandi progetti e trasformazioni strutturali, ma che rischia di perdere il contatto con i bisogni quotidiani della cittadinanza. E a contorno le forze politiche storiche del Trentino che cercano di rimanere a galla, ma senza una chiara direzione programmatica.
Giulia Bortolotti, invece, crede in una politica vicina alle persone, che parte dalle esigenze del territorio e costruisce soluzioni insieme ai cittadini. Non una politica dei palazzi, ma una politica delle piazze e dei quartieri. Insomma una politica dal basso per governare i prossimi cinque anni la città. Le elezioni rappresentano quindi un bivio per Trento: continuare con modelli decisionali imposti dall’alto piuttosto che da lobby più o meno interessate al profitto, o scegliere un’amministrazione che parte dall’ascolto e dalla partecipazione con la reale volontà di essere al servizio del cittadino. Giulia Bortolotti incarna questa seconda strada, una politica nuova, radicata nel territorio, capace di mettere davvero i cittadini al centro delle decisioni rivolgendosi in particolare, come sottolineato da lei stessa, a ”…un’area di non allineati che immaginano un futuro diverso rispetto a quello che ci prospetta la coppia inossidabile Fugatti-Ianeselli.”
In un momento storico in cui la distanza tra politica e cittadini è sempre più ampia, Trento ha dunque l’opportunità di scegliere un modello amministrativo più vicino alle persone e alle loro esigenze reali.
La sfida è aperta, e il 2025 potrebbe segnare un cambio di passo decisivo per la città.
Giovanni Clementel
Per il M5S gruppo territoriale trentino
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