La necessità di tutelare l’ambiente è sempre più la priorità che determinerà il futuro del pianeta. Questo vale anche per il Trentino, un territorio che ha costruito gran parte della sua identità e delle sue fortune sulla bellezza e sull’unicità del suo ambiente. Purtroppo anche da noi avanza a grandi passi una mentalità mistificatrice che chiama “sviluppo” quella che in realtà è solo sfruttamento intensivo delle risorse a favore di pochissime persone che da essa traggono guadagni lasciando i danni conseguenti in regalo alle generazioni future.
Il tema è centrale e come tale suscita discussioni anche accese. Ne è un esempio il clamore suscitato dal lancio della petizione per la salvaguardia del Lago Santo. Una mobilitazione che ha avuto l’apprezzabile conseguenza di spingere il sindaco di Cembra e Lisignago a illustrare pubblicamente le motivazioni relative alle scelte progettuali riguardanti gli sviluppi edilizi che lui e la sua giunta intenderebbero portare a termine nei pressi della bella località cembrana. Dal canto mio, non posso dire di condividere tono e contenuti della lettera del sindaco, ma a voler guardare le cose in positivo la sua missiva è un primo passo per aprire le porte al confronto su questioni che meritano di venire conosciute e dibattute pubblicamente, in modo da soddisfare le esigenze di trasparenza della comunità.
Non voglio polemizzare col sindaco per cui eviterò di focalizzarmi troppo sulle critiche che egli mi ha rivolto. Dico solo che la petizione è un istituto di partecipazione popolare riconosciuto e in qualità di portavoce ho assistito volentieri il comitato di cittadini che ha chiesto il mio aiuto per garantire la salvaguardia dell’unicità del paesaggio dello splendido Lago Santo. Ritengo che da parte mia questo fosse un atto dovuto, in particolar modo dopo aver rilevato le forti perplessità espresse da numerosi cittadini in merito al progetto varato dall’attuale amministrazione comunale di Cembra Lisignago.
Il sindaco ha naturalmente tutto il diritto di contestare la mia scelta e persino di riprendere un banale errore da me commesso (mea culpa!) riguardo all’altitudine del Lago Santo per darmi dello sprovveduto, quello che non potrà fare però sarà ignorare l’obbligo di trattare la petizione presentata a livello comunale e non considerare gli esiti della petizione presentata al Consiglio provinciale. Dovrà pertanto dare risposte puntuali ai rilievi dei cittadini nei tempi stabiliti da Statuto e Regolamento. Per quanto mi riguarda già questo è un buon risultato.
Il sindaco sottolinea con enfasi il processo partecipativo per la predisposizione del progetto che sarebbe stato portato avanti dalla sua amministrazione. Io noto che almeno alcune associazioni, o più correttamente parecchi cittadini, non gradiscono la tipologia di progetto che si vuole realizzare e la contesta. Forse il “processo partecipativo” non ha preso in considerazione tutte le posizioni? Il mio auspicio è che il sindaco si sforzi di ascoltare non solo i suggerimenti provenienti dal comitato che ha promosso la petizione ma anche quelli di Italia Nostra, associazione attiva da anni per la difesa del territorio, la cui serietà e competenza non possono essere messe in discussione, in tal modo aprendosi ad un confronto partecipato, trasparente e autentico.
Passando al merito delle cose, sebbene la notizia dell’eliminazione di scivoli, reti e illuminazione notturna previsti dal progetto originale sia da apprezzare, devo notare come le affermazioni del sindaco non contribuiscano a fugare tutti i dubbi sollevati dai cittadini. Ad esempio, dagli elaborati del progetto si apprende della posa di ben 52 micropali del diametro di 22 cm per l’installazione di una passerella fissa sulle acque del lago. Forse non si possono definire tecnicamente “sversamenti di cemento” ma è fuor di dubbio che vi sarà una perforazione dei fondali del lago con dovizioso utilizzo del cemento, un’azione che potrebbe creare seri problemi agli assetti idrici dello stesso. Fra l’altro simile intervento comporta un impegno di spesa stimato in poco meno di 52 mila euro (1.000 euro a palo circa) che potrebbe essere tranquillamente ridotto se si decidesse di adottare una passerella galleggiante facilmente rimovibile in caso di necessità. Il tutto risulterebbe meno invasivo e più economico… sempre che vi sia l’interesse di non appesantire inutilmente i bilanci pubblici, nel contempo evitando rischi e danneggiamenti all’ambiente.
Opportuno sottolineare anche come la petizione non chieda certo di fermare il progetto tout court ma semplicemente di rivederlo. La petizione non è dunque un “no a tutto” come qualcuno vorrebbe far credere per dar luogo a sterili contrapposizioni e magari crearsi un facile alibi. Essa è piuttosto una richiesta di ripianificazione degli interventi, ad esempio prevedendo installazioni leggere e resilienti in una logica di interazione dolce tra attività antropica e natura.
A quanto mi risulta a Cembra e Lisignago le opere di ripubblicizzazione (acquisizione di terreni nell’area circumlacuale) e rinaturazione del lago Santo (costruzione della rete fognaria) sono iniziate con le amministrazioni che hanno preceduto quella attuale. Ciò è indice dell’esistenza di un percorso che va oltre la stretta contingenza politica. In tal senso la proposta che il comitato di cittadini lancia alla presente amministrazione è di proseguire con equilibrio e cautela il cammino che era già stato intrapreso, tenendo in seria considerazione non solo le ragioni economiche ma anche gli aspetti attinenti all’ecologia nell’area del Lago Santo.
Sono sicuro che se il sindaco di Cembra Lisignago avrà la lungimiranza di capire che la petizione non è stata presentata contro di lui ma solo a favore del Lago Santo, un domani, tornando con la memoria agli eventi attuali, potrà vedere anche lui con occhi diversi il senso dell’azione intrapresa oggi da tanti cittadini del suo stesso Comune.
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