Un bypass che non s’ha da fare….

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Il popolo dei no tav si è dato appuntamento sabato 20 aprile in piazza Cantore a Cristo Re a Trento.

Lo scopo? Quello di continuare a dimostrare la propria contrarietà a un’opera che di sostenibile non ha nulla, ma è causa di una devastazione ambientale senza precedenti in città. Lo slogan più gettonato è ripetuto a squarciagola dai manifestanti: “Contro il tav e la sua violenza ora e sempre resistenza.” Un corteo multicolore armato di fischietti, tamburi e slogan scanditi a ritmo sincopato si è snodato per corso Alpini, ha superato il cavalcavia e  alla rotatoria di Nassiryia, ha imboccato via Brennero verso la città con una prolungata sosta in corrispondenza dello scalo Filzi dove sull’asfalto con una vernice bianca degli attivisti hanno scritto a caratteri cubitali NO TAV.

Alzando di poco lo sguardo si incrocia tra via Brennero e via Malvasia uno squarcio spaventoso nella roccia dove sono state rase al suolo 11 case: è il punto in cui verrà scavato il tunnel, detto bypass o circonvallazione di Trento. Sopra questa ferita aperta alle pendici della Marzola una bella villetta si affaccia atterrita sulla voragine sottostante, visibilmente franosa e puntellata.

L’altoparlante ripete all’infinito i motivi di questa protesta chiassosa, una compagnia di giovani percussionisti accompagna il corteo con danze e rullo di tamburi. Arrivati in via Manzoni il lungo serpente di circa 700/800 persone  percorre via Torre Verde e quindi devia passando davanti all’hotel Trento fino a raggiungere il pratone di piazza Dante, dove è organizzato un punto di ristoro con panche e un ricco buffet.

Alle finestre e ai poggioli si affacciano tanti “osservatori” che, anziché scendere  in strada ed unirsi al corteo, preferiscono stare a guardare. Ed è proprio quello che vogliono i nostri amministratori: gente che guarda incantata  e non fa nulla per impedire questo disastro annunciato, funerea metafora dell’orchestra del Titanic che continuava a suonare mentre la nave affondava. Forse sono le stesse persone che una decina di anni fa dicevano convinti, scrollando la testa :”Un’opera così non la faranno mai!” Ed ora, vedendo le case crollare come birilli e le ruspe al lavoro, dicono, sempre scrollando la testa: ”Ormai quest’opera è già iniziata e non si può fare più nulla per fermarla.” Credo che Dante li avrebbe spediti subito in una terzina del suo inferno, tra gli ignavi.

Gli striscioni, i cartelloni e le bandiere no tav dicono e ripetono da 13/14 anni le stesse ragioni, ma gli amministratori locali e RFI insistono con questo business assurdo che fa bene solo alle grandi imprese pronte a spartirsi una montagna di soldi.

Ecco qualche motivo, che i vari comitati no tav ripetono inascoltati come un mantra da tanti anni, che spiega il perché quest’opera è inutile:

  1. Le code di camion e tir sull’autostrada A22  sono dovute al cosiddetto traffico deviato, che misura da un terzo alla metà dell’intero traffico merci, ossia gli autotrasportatori diretti in Svizzera o altrove preferiscono l’asse del Brennero perché le tariffe sono le più economiche. Basterebbe aumentarle  e si eliminerebbe una buona fetta di traffico. In più in Austria viene venduto il gasolio a prezzi più bassi.
  2. Oppure si potrebbe eliminare da parte dello Stato i sussidi al carburante e mettere un limite stabilito di transiti: tutti gli altri automezzi pesanti non avrebbero più motivo di allungare il loro tragitto di 60 KM perchè non godrebbero più di alcun vantaggio.
  3. Il trasporto merci sulla ferrovia storica può trasportare 30 milioni di tonnellate e attualmente ne trasporta meno della metà.
  4. Perchè il governo italiano stanzia 5  milioni di euro per sovvenzionare il settore dell’autotrasporto, che è responsabile di oltre il 70% delle emissioni di gas ad effetto serra generato dai trasporti? Quando lo stesso Ministero della Transizione Ecologica classifica le sovvenzioni sul carburante per il trasporto su gomma  come SAD (Sussidi Ambientalmente Dannosi), mentre dovrebbero essere sovvenzionate le politiche SAF (Sussidi Ambientalmente Favorevoli), come il trasporto su ferrovia.
  5. In Italia il traffico merci su strada nel 2009 era pari a 1.469 milioni di tonnellate, mentre nel 2018 raggiungeva i 920,7 milioni di tonnellate. Non corrisponde dunque al vero affermare che il trasporto su strada aumenta di anno in anno e di conseguenza è una falsità sostenere la necessità di nuove infrastrutture. Qualora ci fosse la nuova ferrovia del Brennero non sarà mai usata dagli autocarri deviati che opterebbero,per una questione di convenienza economica e temporale, per la ferrovia che passa attraverso la Svizzera.
  6. Allora perchè invece non incrementare la  Rola, acronimo del termine tedesco  Rollende Landstrasse? E’ una forma di trasporto combinato che coinvolge il trasporto di complessi veicolari su treni merci. L’autostrada viaggiante prevede il trasporto dell’intero complesso veicolare, cioè trattore stradale incluso. La Rola c’è già all’interporto di Trento, è sottoutilizzata, basterebbe rendere più  efficiente e conveniente il suo utilizzo. Camion completi o semirimorchi svolgono parte del loro percorso in treno. Mentre i conducenti godono dei periodi di riposo nei veicoli di supporto con servizio a bordo, i camion viaggiano su rotaia in modo ecologico. Grazie a questo trasporto combinato accompagnato (intermodale), le vie di transito sono alleggerite dal traffico di camion pesanti, le emissioni sono notevolmente ridotte e l’ambiente ne trae vantaggio.
  7. Allora che  senso ha costruire un bypass quando anche i Tir su rotaia, oltrechè su gomma, registrano numeri in calo sull’asse e del Brennero?
  8. Nel 2023 il traffico di TIR su rotaia è calato del 17% e l’anno precedente addirittura del 22%, scrive il quotidiano austriaco Tiroler Tageszeitung. Nel 2023 solo 104.000 tir hanno passato il valico italo-austriaco su rotaia. La causa principale è che il 90% dei camion in transito al Brennero non è adatto al trasporto sui treni. 
  9. Allora ha  senso traforare la paleofrana della Marzola, distruggere la collina Est e gli ameni paesaggi di Acquaviva di Mattarello per una ferrovia su cui le merci non transiteranno? 
  10. Basterebbe, invece, anziché procedere con la  devastazione del nostro territorio, creare strutture più moderne ed efficienti nei terminali di Trento e di Worgl. convincendo gli autotrasportatori ad utilizzare i binari disponibili fin d’ora, che potrebbero essere aumentati del 30% della capienza attuale.
  11. Altro argomento delicato è quello delle sorgenti d’acqua. Se per RFI  l’interferenza sarà bassa o molto bassa, per il 95% delle più di 200 sorgenti sotterranee presenti lungo il tracciato, c’è chi è di diverso avviso, come Marco Borga docente di idraulica e idrologia dell’Università di Padova, che dichiara: ”Quella di Acquaviva per esempio è un’importante sorgente che si trova a Sud di Trento la cui qualità dell’acqua verrà probabilmente compromessa perché molto vicina alle aree di cantiere. Impossibile non ricordare il caso del Mugello dove il TAV si è portato via l’acqua (57 Km di fiumi seccati, 37 sorgenti prosciugate, e 5 acquedotti non più utilizzabili!)”
  12. Il comitato di Mattarello Attiva aveva denunciato la pericolosità dell’accordo speculativo fra Provincia, Comune e Acquaviva srl che prevede di trasformare un’area collinare e boschiva ad Acquaviva prima in una discarica di inerti e dopo in area agricola.
  13. Perchè allora investire su una grande opera che non aiuta la riconversione ecologica dell’economia?
  14. Perchè spendere quantità enormi di denaro pubblico, creare disagi e peggiorare la vita alla città “per due generazioni”, come ricordato nell’intervento dell’assessore Facchin nel webinar con le circoscrizioni cittadine? Persino il comune di Trento, oltre a quello di Besenello, hanno così dovuto riconoscere che un’importante fonte di acqua potabile per i nostri acquedotti è minacciata.Di conseguenza l’operazione che si voleva liscia e rapida passa in Valutazione di Impatto Ambientale, con allungamento dei tempi e incertezza degli esiti.

Una cosa è certa, cari amministratori locali e cara RFI: continueremo a rompervi… le uova nel paniere! 

Siamo convinti che il TAV  vada respinto e combattuto perchè è sbagliato, pericoloso e senza senso come progetto e non è la soluzione al congestionato traffico di tir dell’A22. Inoltre il tunnel parte proprio dai terreni inquinati della ex Sloi e della ex Carbochimica, due fabbriche dismesse nel lontano 1978  ma che hanno lasciato scorie tossiche e ancora micidiali nel sottosuolo e nelle rogge limitrofe: piombo  tetraetile, mercurio, idrocarburi policiclici aromatici, solventi e fenoli, che raggiungono picchi  260 volte superiori ai limiti consentiti. Tale zona, denominata SIN (sito interesse nazionale per problemi di inquinamento) è una tra le  più inquinate d’ Europa e dovrebbe diventare la pietra tombale di questo dissennato progetto. 

Dal 1994 intorno all’ex Scalo Filzi sono in funzione 16 piezometri posizionati nei quartieri Cristo Re e Solteri. Questi hanno offerto misurazioni secondo cui, solo tra il 2003 e il 2023, esistono centinaia di sforamenti dei valori-limite per gli inquinanti delle acque di falda. Come faranno a propinarci conclusioni diverse per la zona che sta proprio al centro di queste aree?

In questi ultimi giorni si intensificano i tentativi di negare gli inquinamenti per proseguire i lavori senza disturbo e nella totale indifferenza per la salute di residenti e lavoratori che sarebbe compromessa dalla inevitabile diffusione dei contaminanti. Può essere quindi imminente l’inizio degli scavi veri e propri per la realizzazione della trincea allo Scalo Filzi.

Perciò diciamo NO al Tav,  perchè è inutile e dannoso e serve solo a togliere miliardi di euro  dalle casse dello Stato cioè dalla nostre tasche. Fermiamoli subito!

 

A cura di Paolo Degasperi, Teresa Belli, Francesca Osti, Renata Righi