Quest’oggi, a Oporto, avrà inizio, ufficialmente, la Conferenza sul Futuro dell’Europa. È un’occasione straordinaria per programmare il nuovo corso dell’Unione europea, rendendo più forti e trasparenti le sue strutture democratiche, più efficaci e partecipati i suoi processi decisionali, ancora più ambiziosi i suoi pilastri programmatici.
Veniamo da lustri segnati da molteplici crisi economiche, sociali, sanitarie, che hanno messo a nudo tutte le fragilità della nostra casa comune.
Ora, a distanza di quasi 14 anni dalla firma del Trattato di Lisbona, siamo chiamati a compiere un risoluto passo avanti, in direzione di un Umanesimo europeo, che abbia al centro la dignità della persona, e ci restituisca il senso di un progetto comune, che non sia solo uno spazio economico condiviso, ma una ricca e articolata comunità di valori, con chiari e ambiziosi obiettivi comuni.
L’esperienza di governo sin qui maturata e il lavoro svolto dal Movimento 5 Stelle a Bruxelles mi spingono a formulare una proposta articolata su cinque punti, “cinque stelle europee”: salute, lavoro, economia, multilateralismo, democrazia partecipativa.
1. 𝙐𝙣’𝙀𝙪𝙧𝙤𝙥𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙨𝙖𝙡𝙪𝙩𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙘𝙪𝙧𝙖𝙧𝙚 𝙘𝙝𝙞 𝙨𝙤𝙛𝙛𝙧𝙚 𝙚 𝙥𝙧𝙚𝙫𝙚𝙣𝙞𝙧𝙚 𝙡𝙚 𝙢𝙞𝙣𝙖𝙘𝙘𝙚 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙚.
Dobbiamo rafforzare le competenze e gli strumenti dell’Ue in ambito sanitario. E’ interessante, ad esempio, il progetto di una nuova Agenzia europea per la ricerca biomedica avanzata, ma bisogna puntare più decisamente agli investimenti comuni e alla cooperazione nell’ambito della ricerca scientifica, anche in vista di una maggiore sicurezza alimentare, allargando le frontiere dell’innovazione, della telemedicina, della prevenzione. La salute deve essere tutelata nello stesso modo in ogni angolo dei nostri territori. Il 21 maggio 2021, si svolgerà, a Roma, nell’ambito del G20, il Vertice mondiale della Salute: una iniziativa, che, insieme alla Presidente von der Leyen, abbiamo fortemente voluto per rimettere al centro di qualsiasi iniziativa il paziente e valorizzare le straordinarie professionalità del personale sanitario italiano ed europeo.
2. 𝙐𝙣’𝙀𝙪𝙧𝙤𝙥𝙖 𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙧𝙖𝙛𝙛𝙤𝙧𝙯𝙖𝙧𝙚 𝙞 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙚 𝙨𝙘𝙤𝙣𝙛𝙞𝙜𝙜𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙚 𝙙𝙞𝙨𝙚𝙜𝙪𝙖𝙜𝙡𝙞𝙖𝙣𝙯𝙚.
In Europa lo sfruttamento dei lavoratori più deboli, con taglio dei diritti e dei salari al fine di guadagnare competitività, è ancora una pratica molto diffusa. Nell’ultimo decennio i lavoratori sotto la soglia di povertà sono aumentati del 12% in Europa, e tale tendenza sta subendo una vertiginosa accelerazione a causa della pandemia. L’istituzione di un salario minimo europeo è solo il primo passo fondamentale per restituire dignità alle lavoratrici e ai lavoratori: puntiamo a realizzare un vero pilastro sociale europeo, ambizioso e vincolante, che renda strutturale il sostegno agli ammortizzatori sociali nazionali, sulla scorta di quanto realizzato con lo strumento SURE, al fine di riconciliare il diritto al lavoro con la tutela della qualità della vita.
3. 𝙐𝙣’𝙚𝙘𝙤𝙣𝙤𝙢𝙞𝙖 𝙚𝙘𝙤-𝙨𝙤𝙘𝙞𝙖𝙡𝙚 𝙖𝙡 𝙨𝙚𝙧𝙫𝙞𝙯𝙞𝙤 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙚 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡’𝙖𝙢𝙗𝙞𝙚𝙣𝙩𝙚.
L’Italia è stata protagonista della promozione del programma Next Generation EU, fondato sull’emissione di debito comune. Questo programma va adesso incorporato, in modo strutturale e permanente, nell’architettura istituzionale europea. Dobbiamo superare le rigide regole del Fiscal Compact, introducendo lo scorporo degli investimenti nel green, nella ricerca, nell’istruzione e nella cultura dal pareggio di bilancio. Voltiamo pagina anche sul voto all’unanimità nelle politiche fiscali, in modo da pervenire a un bilancio pluriennale europeo all’altezza delle nostre ambizioni e a una fiscalità europea equa e giusta, che possa sanare le attuali asimmetrie che generano indebiti vantaggi competitivi. Solo così potremo riconciliare definitivamente economia ed ecologia.
4. 𝙐𝙣’𝙀𝙪𝙧𝙤𝙥𝙖 𝙢𝙪𝙡𝙩𝙞𝙡𝙖𝙩𝙚𝙧𝙖𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧 𝙥𝙧𝙤𝙩𝙚𝙜𝙜𝙚𝙧𝙚 𝙡𝙚 𝙥𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙚 𝙚 𝙥𝙧𝙤𝙢𝙪𝙤𝙫𝙚𝙧𝙚 𝙞 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙞 𝙛𝙤𝙣𝙙𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙖𝙡𝙞.
L’Unione europea deve dotarsi di strumenti più efficaci e assumere maggiori responsabilità nella politica estera, di sicurezza e di difesa comune per contribuire alla protezione dei diritti fondamentali, al mantenimento della pace e alla stabilità internazionale. Deve privilegiare l’azione multilaterale e la cooperazione euro-atlantica, ma deve essere in grado di poter agire, quando necessario, anche in via autonoma. Grazie a una efficace azione esterna e a un rinnovato slancio cooperativo, l’Europa deve poter affrontare e rimuovere le cause profonde che generano i fenomeni migratori nei paesi di origine e di transito, dotandosi di un sistema di asilo comune, in modo da superare i meccanismi del regolamento di Dublino in senso genuinamente solidale. Vogliamo un’Europa protagonista di una stagione di riforme anche nella governance globale in sede ONU e OMC.
5. 𝙐𝙣’𝙀𝙪𝙧𝙤𝙥𝙖 𝙥𝙖𝙧𝙩𝙚𝙘𝙞𝙥𝙖𝙩𝙖 𝙥𝙚𝙧 𝙪𝙣 𝙛𝙪𝙩𝙪𝙧𝙤 𝙩𝙧𝙖𝙨𝙥𝙖𝙧𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙚 𝙞𝙣𝙘𝙡𝙪𝙨𝙞𝙫𝙤.
L’Europa deve rimettere al centro il concetto di cittadinanza attiva, aumentando le possibilità e l’incisività della partecipazione diretta nei propri processi decisionali. Vogliamo maggiore trasparenza nel procedimento legislativo e il potenziamento dell’attuale Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE), in modo da trasformarla in una vera iniziativa legislativa europea popolare, con la quale i cittadini potranno avanzare proposte da calendarizzare obbligatoriamente in discussione per una prima lettura al Parlamento europeo. Dobbiamo realizzare le condizioni, infine, per introdurre un referendum pan-europeo, una sfida tanto complessa quando affascinante. Al Parlamento europeo vanno riconosciuti un vero diritto di iniziativa legislativa e poteri di controllo nei confronti della Commissione. Va rivitalizzato anche il processo elettorale europeo, rivedendo in profondità il sistema del cosiddetto “Spitzenkandidat”. Valutiamo insieme la possibilità di ancorarlo all’introduzione di liste transnazionali e piattaforme programmatiche pre-elettorali comuni, al fine di rendere le elezioni europee un vero appuntamento democratico pan-europeo.
Il futuro di un’Europa unita, democratica e solidale può e deve essere nelle nostre menti e nei nostri cuori. Dobbiamo costruirlo insieme.