Vicenda Kaswalder-Pruner. Un epilogo già scritto

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Gentile Direttore *

è di questi giorni la notizia che anche la Cassazione ha ritenuto illegittimo il licenziamento, da parte dell’ex presidente del consiglio Kaswalder, dell’allora suo segretario particolare Walter Pruner definendolo addirittura un “atto ritorsivo”.

Sono passati 5 anni dal fatto in questione e dunque la cosa pare svanita nelle nebbie del tempo per molti cittadini ma non per tutti. Per alcuni (io fra questi) rimane il fatto che la sentenza evidenzia almeno due aspetti degni di nota; il primo è quello che ribadisce per i dipendenti dei gruppi consiliari, e dei politici in genere, il concetto che non sono “ideologicamente schiavi” alle loro dipendenze ma mantengono la propria libertà di pensiero e di azione, come garantito peraltro dalla Costituzione. Il secondo lo sintetizzo con una domanda; chi paga? Posto che la Corte dei Conti (Sezione giurisdizionale per il Trentino Alto Adige) ha stabilito che l’ex presidente non sarà tenuto a pagare nulla allora, mi chiedo, chi pagherà?

Forse era davvero profetico l’ex consigliere provinciale del M5S Marini quando in uno dei suoi interventi in aula sosteneva “…le minoranze sono paralizzate. Si lamentano che Kaswalder non si dimette ma di fatto non vogliono mettere in discussione le sedie assegnate in ufficio di presidenza. Volendo potrebbero facilmente ritirare i loro rappresentanti e far saltare il palco causando la caduta del presidente Kaswalder…”. Tutta la vicenda sarebbe finita con un evidente risparmio per le casse pubbliche. Denaro che si sarebbe potuto utilizzare per fini più nobili rispetto a questa vicenda che di nobile ha ben poco. Con il senno di poi personalmente chiedo scusa a Marini per la solitudine a cui, io e molti altri, lo abbiamo lasciato mentre stava facendo quello che ogni politico dovrebbe fare: l’interesse dei cittadini.

di Giovanni Clementel

* lettera pubblicata sul giornale L’Adige il 10 ottobre 2024

 

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